Prima le gru poi i depositi di carburante: ecco come Israele ha colpito gli Houthi

L'attacco di Israele al porto di Hodeidah di sabato ha dato un forte segnale di deterrenza. Oggi sappiamo qualche dettaglio in più su quell'azione

Prima le gru poi i depositi di carburante: ecco come Israele ha colpito gli Houthi
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Nelle ultime ore sono emersi maggiori dettagli sull'attacco aereo di Israele al porto yemenita di Hodeidah. Quell'azione, avvenuta nel tardo pomeriggio di sabato 20 luglio, può essere letta come una rappresaglia per il colpo messo a segno dagli Houthi a Tel Aviv, dove il 19 un loro drone kamikaze è riuscito a oltrepassare le maglie della difesa aerea israeliana uccidendo una persona e ferendone altre quattro.

“L'incendio che sta attualmente bruciando a Hodeidah è visibile in tutto il Medio Oriente e il significato è chiaro” ha detto in una nota il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant aggiungendo che “gli Houthi ci hanno attaccato più di 200 volte. La prima volta che hanno fatto del male a un cittadino israeliano, noi li abbiamo colpiti. E lo faremo ovunque sarà necessario”.

La tempistica della reazione israeliana, però, ci suggerisce che Tel Aviv aveva già da tempo predisposto un piano di attacco diretto al territorio yemenita controllato dagli Houthi: 24 ore, per un'azione così complessa che richiede coordinamento tra gli assetti coinvolti e relativi nulla osta diplomatici per la navigazione aerea dei caccia stante la possibile rotta effettuata, ci sembrano un po' poche.

In ogni caso le Idf (Israel Defence Forces) hanno divulgato immagini che ci permettono di avere un quadro più chiaro di come è avvenuto l'attacco aereo alle infrastrutture portuali di Hodeidah, che è il porto principale dello Yemen e per il quale passa parte degli armamenti iraniani utilizzati dagli Houthi per la loro attività di interdizione dello Stretto di Bab el-Mandeb, che ha costretto i Paesi occidentali ad avviare missioni di protezione del traffico commerciale marittimo nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden.

In una mossa senza precedenti per le Idf, sono stati pubblicati anche filmati dell'attacco che permettono di capire gli assetti coinvolti e avere idea del possibile armamento utilizzato: in un video, ad esempio, si osserva un F-16I che viene rifornito in volo da un'aerocisterna israeliana KC-707, mentre un altro filmato diffuso dalla Difesa di Tel Aviv riprende un F-35I, probabilmente al rientro dalla sua missione. In entrambi i video, però, si nota come le Idf abbiano fatto dei tagli ad arte per celare l'armamento utilizzato, eccezion fatta per quello aria-aria, che risulta essere composto da Aim-120 Amraam per entrambi i cacciabombardieri. Un altro video da questo punto di vista è più interessante, perché mostra le immagini riprese dal sistema di puntamento di armamento guidato stand-off, che potrebbe essere rappresentato da missili da crociera “Delilah” oppure da bombe guidate tipo “Spice 2000”.

Da quanto visto nei diversi filmati, i caccia israeliani F-15, F-16 ed F-35, hanno colpito dapprima le due grandi gru del porto, le uniche presenti nello scalo marittimo, per poi concentrarsi sui depositi di carburante, che sono stati completamente distrutti come osservato dalle successive fotografie della ricognizione satellitare. La missione, denominata “Braccio teso”, è stata una delle più lontane nella storia di Israele (seconda sola al raid su Entebbe del 1976) avendo colpito bersagli a quasi 1980 chilometri di distanza (in linea retta).

L'azione si è concentrata interamente sul deterioramento delle capacità militari degli Houthi, in particolare quelle relative all’uso di armi che potrebbero minacciare la navigazione nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden. La distruzione della maggior parte dei depositi di carburante e l'eliminazione delle uniche due grandi gru del porto ha avuto l'obiettivo di inviare anche un forte messaggio deterrente: se minacciato direttamente, Israele ha la possibilità di colpire a grandissima distanza.

Le gru distrutte non saranno facilmente sostituibili, rallentando notevolmente l'attività del porto insieme alla perdita di ingenti scorte di carburante, e questo potrebbe avere conseguenze che esulano dal semplice ambito militare: le Nazioni Unite hanno affermato in passato che circa l’80% di tutti gli aiuti umanitari e la maggior parte di tutte le importazioni straniere nello Yemen passano attraverso il porto di Hodeidah, quindi l'azione ha inflitto un duro colpo alla stessa sussistenza dello Yemen

controllato dagli Houthi. Sembra che questi ultimi, nelle ore successive, abbiano immediatamente risposto all'attacco israeliano lanciando un missile balistico che però è stato intercettato dal sistema di difesa aerea di Israele.

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