Israele ha rinvenuto diverse prove dell’utilizzo da parte di Hamas dell’ospedale Al-Shifa come posto di comando e base operativa: armi, esplosivi e materiale di intelligence nascosto tra i macchinari e le medicine. I terroristi, però, continuano a sostenere che sia solo propaganda sionista, volta a coprire i “crimini genocidi” di Tel Aviv contro la popolazione civile. Coloro che si trovano all’interno dell’istituto, però, raccontano una storia ben diversa.
“Se gli ebrei lanciassero una bomba atomica sullo Shifa, sarebbe un massacro di proporzioni globali. Ma non lo fanno e i combattenti Qassam di Hamas si infiltrano tra noi civili”, afferma un paziente dell’ospedale intervistato da The Free Press, un media indipendente basato negli Stati Uniti. “Così gli ebrei non possono arrivare a loro, e nessuno può dire qualcosa”. L’uomo riferisce che, quando si è recato nell’Al-Shifa, ha trovato terroristi “tutti intorno a noi: vicini a noi, davanti a noi, dietro, sopra e sotto di noi. Non è proibito nell’Islam? Non è oppressione della popolazione civile?”.
“When I went to Shifa hospital, I found Qassam fighters all around us,” a Gazan patient reports.
— The Free Press (@TheFP) November 16, 2023
“Every Palestinian knows Shifa is full of them, but nobody can talk.”
We’ve partnered with @PeaceComCenter to gather anonymous testimony from Gazans impacted by war. pic.twitter.com/NBRzpTBT1d
Le parole del paziente dipingono a tinte vivide il dramma della popolazione, costretta in prima linea e usata come scudi umani da coloro che, almeno sulla carta, combattono per la libertà dall’oppressore israeliano. “Ogni palestinese sa che l’ospedale Shifa è pieno di combattenti, ma nessuno può parlare. Morire per mano degli ebrei è meglio che morire per mano dell’Isis”. L’uomo racconta della notte che ha passato nell’istituto, parla di “massacro” e di un pesante bombardamento “attorno a noi”. “Credevo che sarebbe stata l’ultima notte della mia vita. Mi è sembrato il nostro Giorno del Giudizio”, afferma, sottolineando però che i civili scontano le colpe di coloro che non li hanno mai protetti. “Difendono solo le loro famiglie, che hanno portato al sicuro fuori da Gaza o sottoterra, solo Dio lo sa. Tutto ricade sempre su di noi”.
Il paziente è sicuro di quale possa essere il futuro migliore per i palestinesi e per la Striscia, al di là di tutta la propaganda di Hamas e dei tanti, troppi suoi sostenitori occidentali che ancora lo ritengono un movimento di resistenza e giustificano le sue azioni brutali: “Lo dico con certezza: il nostro popolo soffrirà fame, sete e povertà fintanto che esisterà Hamas. Dal giorno in cui sono arrivati, su di noi si è abbattuta una catastrofe”.
In gioco, secondo l’interlocutore di The Free Press, c’è la sopravvivenza stessa del popolo palestinese, perché “se loro non verranno spazzati via, toccherà a noi. Hamas è la nostra distruzione”.
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