Qualcuno lo chiamerebbe contrappasso, ma quanto accaduto all'università di Cambridge, in Inghilterra, ha il sapore della sconfitta per tutti. Vedere un'attivista pro-Palestina che prima imbratta un ritratto di Arthur Balfour e poi lo taglia, distruggendolo, con un taglierino, segna il culmine negativo del ivello raggiunto dalla cancel culture e dall'antisionismo che impera in certi ambienti, compreso quello dell'università più prestigiosa del Regno Unito.
Il tutto è accaduto questo pomeriggio, quando un gruppo di attivisti hanno fatto irruzione al Trinity College, una delle storiche istituzioni che compongono l'università inglese, fondato nel XVI secolo. Un dipinto di pregio è andato perduto per sempre per un atto vandalico mascherato da attivismo, proprio in una delle università in cui il movimento anti-sionista e pro-Palestina è maggiormente vivo e incoraggiato. A condurre l'azione violenta è stato il gruppo che si fa chiamare "Palestine Action" e il video in meno di due ore ha quasi raggiunto i 250mila like. "Scritta nel 1917, la dichiarazione di Balfour diede inizio alla pulizia etnica della Palestina promettendo la cessione della terra", scrivono gli attivisti nella rivendicazione social. "Gli inglesi aprirono la strada alla Nakba e addestrarono la milizia sionista a pulire etnicamente oltre 750.000 palestinesi, distruggere oltre 500 villaggi e massacrare molte famiglie. La Nakba non si è mai fermata e il genocidio oggi è radicato e sostenuto dalla complicità britannica", proseguono nel loro manifesto.
In questo documento di rivendicazione di un atto vile, come la distruzione di un'opera d'arte, non si legge niente di nuovo rispetto a quanto da sempre sostenuto da "Palestine Action", che si definisce come "la rete di azione diretta che smantella la complicità britannica nell'apartheid israeliano". Si stanno concretizzando le paure di quanti, in questi anni, hanno sollevato dubbi e preoccupazioni circa il pericolo concreto per le opere d'arte occidentali, messe nel mirino degli attivisti. Il ritratto di Balfour ha una valenza prettamente simbolica per la questione palestinese ma da qualche tempo le opere vengono usate dagli attivisti come strumento per aumentare la risonanza delle proprie azioni nei media.
Quelle di maggior pregio sono custodite e protette ma, com'è accaduto al ritratto di Cambridge, ormai distrutto, potrebbe accadere anche per altre opere. Per il momento, l'università non ha ancora rilasciato alcuna dichiarazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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