Pioggia di razzi contro Israele: "Attacco più vasto dal 7 ottobre" | La diretta

In corso un massiccio raid con i razzi da Gaza, attaccate le principali città israeliane. Liberati due ostaggi da Hamas. Netanyahu: "È come l'Isis, nuovo nazismo". Le ultime notizie

Pioggia di razzi contro Israele: "Attacco più vasto dal 7 ottobre" | La diretta
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18 giorni, quasi due settimane di guerra. Il conflitto tra Israele e Hamas continuerà, malgrado l’intensità degli attacchi si sia ridotta rispetto alle prime ore dell’operazione "Diluvio al-Aqsa”. È questa la posizione del presidente degli Stati Uniti Joe Biden, che ha mandato un messaggio ad Hamas: nessun cessate il fuoco prima della liberazione degli ostaggi. L’organizzazione terroristica palestinese ha sequestrato più di 200 persone, mentre ieri ha annunciato il rilascio di due donne israeliane ed è stato comunicato il decesso del terzo italiano nel Paese, Nir Forti. Biden, scrive il New York Times, sarebbe preoccupato dall’esito di un’operazione di terra israeliana sulla Striscia di Gaza, azione più volte rimandata dai vertici militari e politici di Tel Aviv. Il dubbio che attanaglia la Casa Bianca e il Pentagono è la modalità di attacco: la Difesa Usa preferirebbe infatti una serie di operazioni chirurgiche come quelle condotte a Raqqa e Mosul invece di un ingresso via terra con carri armati e reparti meccanizzati, che potrebbe causare molti più morti. È dello stesso avviso, ma più severo, l’ex presidente Barack Obama, che in un commento ha scritto di come la strategia militare israeliana a Gaza possa ritorcersi contro se verrà ignorato il prezzo umanitario di questa. Nel frattempo le Idf hanno annunciato la neutralizzazione di una cellula terroristica attiva in Libano. E, dopo una notte di apparente calma, sono ripartiti i lanci di razzi dalla Striscia: il Jerusalem Post ha definito l'attacco in corso come il più vasto dal 7 ottobre, con le sirene di allarme che risuonano a Tel Aviv, Ashdod, Herzliya, Rishon LeZion, Ramat Gan e Holon. Ecco le notizie di oggi, martedì 24 ottobre.

Più di 400 attacchi in 24 ore a Gaza

Oltre 400 obiettivi di Hamas colpiti in 24 ore. L'ultimo bilancio delle forze armate israeliane, fornito dal portavoce militare, parla anche di decine di uomini di Hamas eliminati mentre erano intenti a lanciare razzi e ad attaccare Israele. I raid si sono svolti nei campi di addestramento nei quartieri di Shujaiyya, Shati, Jabalia, Daraj Tuffah, e Zaytun. Bersagliati anche centri di comando che le Idf avrebbero localizzato in alcune moschee usate da Hamas. Tra le vittime risultano i vicecomandanti dei battaglioni di Nuseirat, Shati, e Furqan.

Volantini per ritrovare gli ostaggi

L'esercito israeliano sta distribuendo volantini a Khan Yunis, nel sud di Gaza, per invitare la popolazione a fornire informazioni che possano aiutare i militari a rintracciare i connazionali tenuti in ostaggio nei tunnel di Hamas sulla Striscia. "Se volete un futuro migliore per voi e i vostri figli - si legge nei fogli - inviateci informazioni credibili ed utili circa gli ostaggi nella vostra zona. Vi assicuriamo la massima discrezione, protezione e anche un premio in denaro". Le Idf nel volantino riportano anche i possibili canali sicuri da contattare nel caso in cui qualcuno avesse del materiale da condividere con loro.

Esercito pronto per l'invasione

L'esercito israeliano è pronto per l'invasione di terra di Gaza e prenderà la decisione con il potere politico. Lo ha detto il capo di stato maggiore dell'esercito Herzi Halevi, citato dai media.

Tajani: "Gli italiani lascino il nord di Israele"

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani è tornato a parlare della guerra in Israele. Secondo il vicepremier, ospite di Sky Tg24, in questo momento è fondamentale tenere fuori dal conflitto Iran e Libano, ma con Israele e l'Onu "bisogna trattare" affinché si possa prefigurare un intervento simile a quello nel sud del Libano per impedire una recrudescenza da parte di residui di Hamas. Il leader di Forza Italia ha confermato che gli italiani a Gaza sono 14, di cui 7 con solo passaporto italiano, altri 7 con passaporto italiano e palestinese e altri 4 o 5 familiari. "Gli italo-israeliani che vivono al nord di Israele dovrebbero lasciare volontariamente le loro case, come consigliato da governo di Israele", ha aggiunto Tajani.

Macron: "Israeliani uccisi perché ebrei"

Il capo di Stato francese Emmanuel Macron sta incontrando in queste ore Isaac Herzog, presidente di Israele. "Gli israeliani coinvolti nell'attacco di Hamas sono stati uccisi solo perché erano ebrei e volevano vivere in pace", ha commentato il capo dell'Eliseo in visita a Tel Aviv. Nel corso del suo viaggio in Medio Oriente, Macron terrà dei colloqui anche con il premier israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente dell'Anp Abu Mazen a Ramallah.

"Hamas è come l'Isis nelle strade di "Nizza, Lione, Parigi: il popolo israeliano rifiuta di vivere con l'Isis ai suoi confini. Dobbiamo smantellare questa macchina del terrore", sono le dichiarazioni di Netanyahu a margine del faccia a faccia con Macron. Il primo ministro israeliano ha ricordato i tragici attentati dello Stato islamico in Europa in passato. Usa un paragone molto forte ma simbolico, il primo ministro israeliano per raccontare la paura dei bambini ebrei, "costretti a nascondersi nelle soffitte come Anna Frank". Netanyahu, in una dichiarazione congiunta con Macron, ha paragonato l'attacco dello scorso 7 ottobre all'Olocausto e ha definito i terroristi palestinesi come esponenti del "nuovo nazismo". "La barbarie di Hamas minaccia l'Europa e minaccia il mondo. Hamas è il banco di prova del mondo contro la barbarie", ha detto il leader israeliano.

Macron Herzog

Gli Usa avvertono l'Iran

Contatti tra Washington e Teheran. Il governo degli Stati Uniti avrebbe inviato almeno due messaggi all'Iran da quando è scoppiata la guerra tra Israele e Hamas. Il loro contenuto, secondo il ministro degli Esteri della Repubblica islamica Hossein Amirabollahian, era un invito a non allargare il conflitto e a cercare moderazione tra i cobelligeranti. "Le nostre informazioni indicano che gli israeliani stanno cercando di fondare un nuovo Paese palestinese, all'interno delle terre che comprendono parti dei territori dell'Egitto e della Giordania, ma ciò non succederà mai", ha spiegato Amirabdollahian, secondo i media locali. L'alto esponente del regime degli ayatollah ha poi attaccato gli Usa per il loro appoggio incondizionato a Israele: "Gli americani stanno cercando di emettere una risoluzione al Consiglio di Sicurezza dell'Onu a sostegno di Israele, ma l'Iran si sforza di porre il veto al progetto di risoluzione con la cooperazione di Russia e Cina", ha concluso.

La Cina: "Tutti hanno diritto ad autodifesa"

"Tutti i Paesi hanno il diritto all'autodifesa". Con questa breve frase, rivolta al suo omologo israeliano Eli Cohen, il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha ribadito che la Repubblica popolare cinese riconosce il diritto di Israele di difendersi, ma a una condizione: "Tutti i Paesi dovrebbero rispettare il diritto internazionale umanitario e proteggere la sicurezza dei civili". Wang e Cohen si sono sentiti per la prima volta da quando è iniziata la guerra.

Il diplomatico cinese ha avuto un colloquio anche col ministro degli Esteri dell'Autorità nazionale palestinese, Ryad al Maliki, al quale ha ribadito la "profonda solidarietà cinese". "Quello di cui il popolo di Gaza ha bisogno di più al momento sono sicurezza, cibo e medici, non armi e munizioni", ha concluso Wang.

Ostaggi, Hamas rilascia due donne anziane

Le due donne israeliane liberate ieri sera da Hamas grazie alla mediazione del governo egiziano e di quello qatariota si chiamano Nurit Cooper (79 anni) e Yocheved Lifshitz (85 anni). Gli ostaggi sono stati portati al valico di Rafah e da lì prelevati dall’esercito di Tel Aviv. La loro identità è stata confermata dai familiari. "Posso confermare che mia madre Yochi (Yocheved) Lifshitz è uno dei due ostaggi rilasciati alla Croce rossa", ha detto ieri sera la figlia maggiore della donna, Sharone Lifschitz. "Anche se non posso esprimere – ha aggiunto – con parole il sollievo nel sapere che ora è al sicuro, rimarrò concentrata sul garantire il rilascio di mio padre e di tutte le persone innocenti che sono ancora ostaggi a Gaza". Il portavoce delle Idf, Daniel Hagari, precisa comunque che i mariti di Cooper e Lifshitz sono tenuti ancora in ostaggio insieme ad altre 222 persone.

Secondo il quotidiano Times of Israel, tuttavia, le trattative negoziate da Egitto e Qatar per riportare a casa altre 50 persone con doppia nazionalità si sarebbero arenate per una ragione strumentale: una fonte diplomatica ha rivelato al giornale israeliano che l'accordo sarebbe saltato a causa di una richiesta ritenuta eccessiva da Israele, ossia la fornitura di benzina a Gaza, momentaneamente interrotta. Il governo israeliano teme che ripristinare il flusso di carburante potrebbe consentire ad Hamas di conseguire i suoi obiettivi militari.

Il portavoce militare israeliano in lingua araba Avichay Adraee si difende accusando Hamas di aver sottratto mezzo milione di litri di carburante

diesel alla popolazione. "Hamas-Isis ruba il combustibile agli abitanti e lo dirotta verso i suoi tunnel sotterranei, verso i lanciarazzi e i suoi dirigenti. Queste sono le priorità di Hamas", scrive Adraee.

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