"Con l'Occidente la guerra è reale, non più ibrida". L'affondo di Lavrov

Le parole del ministro degli Esteri russo sono arrivate dopo il recente vertice di Ramstein e la decisione dei Paesi occidentali di inviare altre armi a Kiev

"Con l'Occidente la guerra è reale, non più ibrida". L'affondo di Lavrov

Il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov è tornato a parlare a proposito della guerra in Ucraina. Lo ha fatto dal Sudafrica, lì dove ha incontrato l'omologa sudafricana Naledi Pandor. Il titolare della diplomazia russa ha lanciato la sua valutazione circa l'attuale confronto con l'occidente. “Oramai – ha dichiarato – la guerra tra Mosca e l'occidente non può essere più considerata come solo ibrida”.

Le parole di Lavrov

Una delle principali argomentazioni portate avanti dal governo russo dall'inizio del conflitto, riguarda il presunto accerchiamento patito dal Cremlino e il mancato dialogo alla pari con l'occidente. Circostanza rimarcata nei giorni scorsi dal portavoce della presidenza russa, Dmitry Peskov, secondo cui Usa ed Europa non hanno voluto un vero dialogo con la Russia.

Da qui dunque l'avventura militare in Ucraina, a questo punto vista esplicitamente come non più uno scontro diretto con Kiev ma, al contrario, con tutti gli alleati del governo ucraino. Le parole di Lavrov di oggi vanno in questa direzione.

Arrivato a Città del Capo nelle scorse ore, nell'ambito di un importante bilaterale con il governo sudafricano, il ministro russo non ha lasciato spazio a interpretazioni. “La guerra – si legge nelle sue dichiarazioni - adesso non è più solo ibrida ma è quasi reale”.

Vale a dire che, secondo l'interpretazione di Mosca, il confronto adesso potrebbe passare a un altro livello. Quello dello scontro diretto. Un “corpo a corpo” vero e proprio combattuto tra le lande ucraine e tra le trincee del Donbass. Ma non solo: l'intento di Lavrov è stato quello di far comprendere che l'arrivo di altre armi a favore dell'esercito di Kiev, deciso nei giorni scorsi, costringe il Cremlino a considerare parte in guerra tutti i Paesi della Nato.

Nelle frasi del ministro degli Esteri spazio anche a un invito rivolto all'Ucraina per negoziare. Lavrov ha infatti voluto smentire l'indisponibilità russa a trattare. “Le autorità ucraine devono capire che più a lungo rifiutano i negoziati, più difficile sarà trovare una soluzione alla guerra – ha dichiarato il titolare della diplomazia di Mosca – Noi, come ha detto il presidente Vladimir Putin, non rifiutiamo i negoziati”.

L'incontro di Ramstein

Non sorprende che le dichiarazioni di Lavrov siano arrivate a poche ore dalla chiusura del vertice di Ramstein, la località tedesca nella cui base militare si sono riuniti tutti i ministri della Difesa del gruppo di contatto pro Kiev.

In quella sede sono stati decisi nuovi aiuti all'Ucraina, visti dalla Russia come un vero e proprio ingresso dell'occidente nel conflitto. Il tutto nonostante il tentennamento tedesco sulla fornitura a Kiev dei propri carri armati Leopard. Mezzi che però potrebbero essere girati all'Ucraina dalla Polonia, circostanza a cui Berlino non si è opposta.

E proprio dalla capitale tedesca, poco prima dell'intervento di Lavrov dal Sudafrica, è giunta la notizia dell'arrivo in territorio polacco di altri delicati mezzi militari. Si tratta dei sistemi Patriot, destinati a proteggere lo spazio aereo di Varsavia.

Mezzi puramente difensivi, hanno sempre tenuto a precisare dalla Germania, inviati dopo che missili sono accidentalmente caduti in territorio polacco a novembre.

Movimenti da ovest verso est che potrebbero quindi aver indotto Lavrov a rompere ogni indugio e a parlare esplicitamente di guerra a tutto tondo, oramai pronta a sostituire una guerra combattuta in forma ibrida.

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