Se Polonia, Romania e Slovacchia dovessero far decollare i caccia F-16 dalle proprie basi aeree per destinarli alla guerra in Ucraina, allora la Russia considererà questi Paesi partecipanti al conflitto. L'avvertimento è stato lanciato dal capo della delegazione russa ai negoziati di Vienna sulla sicurezza militare e il controllo degli armamenti, Konstantin Gavrilov, intervenuto alla riunione plenaria del Foro di cooperazione per la sicurezza dell'Osce. In tal caso, ha spiegato l'alto funzionario del Cremlino, Mosca sarà pronta ad adottare non meglio specificate misure di ritorsione. Torna a prendere quota, dunque, la possibilità che il braccio di ferro tra Vladimir Putin e Kiev possa coinvolgere altre nazioni, in quella che sarebbe un'escalation inaspettata del confronto russo-ucraino.
L'avvertimento di Mosca
Il messaggio della Federazione Russa è chiaro: Mosca considererà il possibile utilizzo di caccia F-16 dalle basi aeree in Polonia, Romania e Slovacchia come partecipazione al conflitto in Ucraina. "Avvertiamo che l'uso di questi aerei dal territorio di questi Paesi membri della Nato sarà considerato da Mosca come una loro partecipazione al conflitto in Ucraina e costringerà la Russia ad adottare misure di ritorsione", ha dichiarato Garvilov, secondo quanto riportato dall'agenzia russa Ria Novosti.
Come ha osservato il diplomatico, hanno cominciato ad emergere opinioni secondo cui, in condizioni di significativa distruzione degli aeroporti nella repubblica post-sovietica, gli F-16 trasferiti alle forze armate ucraine potrebbero decollare dalle basi aeree in Polonia, Romania e Slovacchia. Gavrilov ha dunque fatto presente che "gli Stati Uniti e i loro satelliti" continuano a creare minacce alla sicurezza ai confini occidentali della Russia.
Gli Stati Uniti hanno beneficiato del coinvolgimento della Nato negli eventi in Ucraina, ha detto Gavrilov. Ha aggiunto che la natura aggressiva della politica occidentale non è più nascosta dietro formulazioni sull'orientamento esclusivamente difensivo delle dottrine militari. "Le linee guida nazionali e di coalizione degli Stati della Nato consolidano le rivendicazioni di dominio globale e regionale, che intendono ottenere utilizzando la forza militare", ha spiegato Gavrilov.
Gli F-16 nel mirino del Cremlino
A proposito di F-16, pochi giorni fa il ministro della Difesa ucraino, Rustem Umerov, durante una conferenza stampa congiunta a Kiev con il suo omologo lettone, Andris Spruds, ha dichiarato che l'Ucraina considera di ottenere non solo i suddetti F-16, ma anche altri aerei da combattimento da poter utilizzare nel conflitto contro Mosca. "Nel breve periodo, ci concentreremo sulle piattaforme F-16. A medio termine analizzeremo anche diverse piattaforme, perché vogliamo essere un passo avanti rispetto al nostro nemico. Quindi, la questione degli F-16, F-19, F-22, F-25 e altre piattaforme sorge costantemente", ha spiegato Umerov, aggiungendo che simili dossier vengono discussi 24 ore su 24.
Il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ha invece recentemente fatto sapere che la coalizione per l'addestramento dei piloti ucraini all'utilizzo dei futuri F-16 – una coalizione, per la cronaca, composta da 13 Paesi e dall'Ucraina – è all'opera "per aumentare il numero di aerei da trasferire a Kiev". Al momento, quindi, sono in corso le fasi di addestramento dei piloti e del personale addetto alla manutenzione dei futuri velivoli che saranno consegnati alle forze ucraine.
Ricordiamo che l’Ucraina riceverà 42 F-16 dai Paesi Bassi, 19 dalla Danimarca e un numero imprecisato di aerei dalla Norvegia e dal Belgio. La consegna, a detta di Bruxelles, non dovrebbe tuttavia avvenire entro il 2025, mentre alcuni analisti statunitensi sono dubbiosi sul reale impatto che questi mezzi potranno avere sul campo di battaglia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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