"Metodi da genocidio". Il rapporto Onu che condanna Israele

Il comitato Onu ha concluso le sue indagini, concludendo comei metodi delle Idf interferiscano intenzionalmente con le necessità di sopravvivenza dei palestinesi a Gaza

"Metodi da genocidio". Il rapporto Onu che condanna Israele
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Genocidio: queste le conclusioni elaborate dal Comitato speciale delle Nazioni Unite nel giudicare i metodi di guerra di Israele a Gaza. Il rapporto è stato pubblicato a partire dalle inchieste svolte in merito alle pratiche israeliane, determinando che le vittime civili di massa e le condizioni di pericolo di vita sono "intenzionalmente imposte" dalle Idf nei confronti dei palestinesi di Gaza.

Cosa dice il report

In un comunicato stampa si sottolinea come, dall'inizio della guerra, i funzionari israeliani avrebbero pubblicamente sostenuto politiche che privano i palestinesi dei mezzi necessari alla sopravvivenza: cibo, acqua e carburante. Accanto a ciò, ha affermato il comitato, vi sono da considerare anche le interferenze sistematiche e illegali nel flusso di aiuti umanitari che, secondo le Nazioni Unite "rendono chiaro l'intento di Israele di strumentalizzare le forniture salvavita per guadagni politici e militari", continua il comitato Onu. Le conclusioni restituite restano particolarmente significative anche alla luce del fatto che il termine "genocidio" è raramente applicato alla guerra di Israele a Gaza da qualsiasi organismo collegato alle Nazioni Unite.

La notizia arriva congiuntamente a una nuova denuncia da parte delle Nazioni Unite sulla situazione umanitaria a Gaza: le forze israeliane continuano a bloccare l'accesso degli aiuti umanitari alla popolazione palestinese. A segnalarlo, il portavoce dell'Onu. "Sei tentativi - ha dichiarato - di consegnare aiuti salva-vita nelle aree assediate a nord di Gaza sono state bloccate. Tre missioni prevedevano la consegna di acqua e cibo a Jabalya, Beit Hanoun e Beit Lahiya". "Tutti i tentativi dell'Onu - ha aggiunto - di entrare in queste aree con cibo, acqua e medicinali sono stati negati o bloccati".

Crimini di guerra e diritto internazionale umanitario

L'analisi dettagliata delle violazioni copre il periodo di sei mesi da novembre 2023 ad aprile 2024 ed esamina in generale l'uccisione di civili e le violazioni del diritto internazionale che in molti casi potrebbero costituire crimini di guerra. Secondo il rapporto, se commesse nell'ambito di un attacco diffuso o sistematico diretto contro una popolazione civile, in attuazione di una politica statale o organizzativa, queste violazioni possono costituire crimini contro l'umanità. Il rapporto avverte che se tali violazioni sono commesse con l'intento di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso, possono costituire anche genocidio.

Secondo il rapporto, questa condotta delle forze israeliane ha causato livelli senza precedenti di uccisioni, morti, feriti, fame, malattie e patologie. L'ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani (OHCHR) ha verificato i dati personali delle persone uccise a Gaza durante attacchi, bombardamenti e altre ostilità, scoprendo che circa il 70% di loro erano bambini e donne, il che indica una sistematica violazione dei principi fondamentali del diritto internazionale umanitario, tra cui "distinzione" (tra civili e militari) e "proporzionalità" (della difesa all'offesa). Il proseguimento di questi attacchi, che uccidono in modo uniforme l’intera popolazione, “dimostra un’apparente indifferenza alla morte dei civili e all’impatto dei mezzi e dei metodi di guerra scelti”, afferma ancora il report.

Le accuse anche ai gruppi armati palestinesi

Secondo l'indagine ONU, anche i gruppi armati palestinesi hanno condotto le ostilità in modi che hanno verosimilmente contribuito a danneggiare i civili. Il 7 ottobre 2023, Hamas e altri militanti palestinesi hanno commesso gravi violazioni del diritto internazionale su vasta scala, afferma il rapporto, tra cui attacchi diretti contro civili israeliani e stranieri, uccisioni e maltrattamenti di civili, violenza sessuale, distruzione di obiettivi civili e presa di ostaggi.

Questi atti potrebbero costituire crimini di guerra e crimini contro l’umanità, secondo il rapporto, che ha osservato che dopo il 7 ottobre, Hamas e altri gruppi armati hanno celebrato quegli attacchi e quelle violazioni, il che è stato sia “profondamente preoccupante che totalmente inaccettabile”.

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