La sfida di Trump: "I palestinesi non potranno tornare a Gaza". E Hamas sospende il rilascio degli ostaggi

Trump alla domanda se il popolo palestinese avrebbe avuto il diritto di tornare: "in altre parole, sto parlando di costruire un posto permanente per loro".

La sfida di Trump: "I palestinesi non potranno tornare a Gaza". E Hamas sospende il rilascio degli ostaggi
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Sebbene il piano di Donald Trump per Gaza resti ancora molto fumoso, il presidente degli Stati Uniti ha annunciato che il popolo palestinese non avrà alcun diritto di ritorno a Gaza in base al suo piano che prevede che gli Stati Uniti “prendano il controllo” della Striscia.

Nessun ritorno nella Striscia per gli abitanti di Gaza

La dichiarazione è giunta nel mezzo di un'intervista con Bret Baier di Fox News Channel. "No, non ce lo avrebbero, perché avranno alloggi molto migliori", ha risposto Trump alla domanda se il popolo palestinese avrebbe avuto il diritto di tornare, "in altre parole, sto parlando di costruire un posto permanente per loro". Dichiarazioni che sono in profondo contrasto con gli errata corrige che la scorsa settimana erano giunte dal suo entourage, che aveva precisato che si trattava di una ricollocazione provvisoria.

Intanto, Hamas ha annunciato lo slittamento del rilascio di altri ostaggi israeliani previsto per sabato "a data da definirsi" denunciando violazioni dell'accordo per il cessate il fuoco da parte di Israele che, secondo le accuse, avrebbe fra l'altro ritardato il ritorno degli sfollati nel nord della Striscia di Gaza e bloccato il flusso degli aiuti umanitari. Abu Obeida, portavoce delle Brigate Qassam, ha aggiunto che la decisione di ritardare il rilascio degli ostaggi "rimarrà in vigore finché l'entità occupante non rispetterà gli obblighi passati e non risarcirà retroattivamente".

Il piano trova il totale avallo del premier israeliano Benjamin Netanyahu: "Il presidente Trump ha presentato una visione nuova e rivoluzionaria per il giorno dopo Hamas. Dopo un periodo difficile, siamo d'accordo con l'amministrazione statunitense su tutti gli obiettivi della guerra" ha affermato nel corso di un intervento alla Knesset. Lo riporta Haaretz. Netanyahu ha definito il suo incontro con Trump come "il più importante mai avuto con un presidente americano".

Israele fa sapere di prepararsi alla possibilità di "qualsiasi scenario" nella Striscia di Gaza dopo l'annuncio di Hamas sul rinvio "a data da definirsi" del rilascio di altri ostaggi israeliani previsto per sabato prossimo. Il ministro israeliano della Difesa, Israel Katz, ha reso noto di aver "dato disposizioni alle Idf affinché si preparino al livello massimo di allerta per qualsiasi possibile scenario a Gaza e per proteggere le comunità" israeliane a ridosso del confine con l'enclave palestinese. "Non torneremo alla realtà del 7 ottobre", ha aggiunto Katz. I negoziatori di Hamas hanno dichiarato che le garanzie Usa per la tregua non sono più in vigore di fronte al piano Trump. I mediatori ora temono la rottura dell'accordo.

Un grande sito immobiliare per Gaza

Il presidente Trump ha ribadito nuovamente la sua proposta di prendere il controllo di Gaza, riferendo ai giornalisti sull'Air Force One che la striscia di terra è "un grande sito immobiliare" che gli Stati Uniti lo "avrebbero posseduto". Ha anche menzionato la costruzione di "alcuni bei siti in cui la gente, i palestinesi, possa vivere", ma dove si trovino tali siti continua a non essere chiaro. Ieri, mentre si recava a New Orleans per assistere al Super Bowl, ha scelto di totanare sulla proposta.

"Pensate a questo come a un grande sito immobiliare, e gli Stati Uniti ne saranno i proprietari", ha detto di Gaza, secondo una registrazione audio dell'Air Force One condivisa con i giornalisti. "Non ci sarà nessuno lì", ha aggiunto Trump. "Hamas non ci sarà. Costruiremo attraverso altri dei paesi molto ricchi del Medio Oriente; costruiranno alcuni bellissimi siti in cui la gente, i palestinesi, potrà vivere", ha detto, confermando il ventilato supporto finanziario dei Paesi del Golfo.

"Comunità sicure": dove?

Nella sua intervista con Baier, Trump ha promesso di costruire "cinque, sei, potrebbero essere due. Ma costruiremo comunità sicure, un po' lontane da dove si trovano, dove c'è tutto questo pericolo. Nel frattempo, mi farei carico di questo", ha detto. "Pensa a questo come a uno sviluppo immobiliare per il futuro. Sarebbe un bellissimo pezzo di terra". Ha poi spiegato che i palestinesi non avrebbero avuto alcun diritto di tornare a Gaza perché le loro vite sarebbero state "molto migliori" altrove. "Se dovessero tornare ora, ci vorranno anni prima che ci riescano: non è abitabile", ha ribadito Trump. "Sto parlando di iniziare a costruire, e penso che potrei fare un accordo con la Giordania. Penso che potrei fare un accordo con l'Egitto. Sai, diamo loro miliardi e miliardi di dollari all'anno".

Il re di Giordania Abdullah incontrerà Trump a Washington martedì, mentre il presidente di Israele ha affermato che Trump avrà colloqui nei prossimi giorni anche con il presidente egiziano Abdul Fattah al-Sisi e con il principe ereditario

saudita Mohammed bin Salman. I leader di Egitto e Giordania, tuttavia, hanno respinto sia il piano di Trump sia le sue precedenti richieste di accogliere i rifugiati di Gaza.

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