Niente telefoni ai soldati in prima linea: cosa c'è dietro l'ordine di Mosca

Mosca vuole ridurre l'uso di telefoni personali tra i soldati in prima linea. Dietro la decisione una ragione prettamente strategica.

Niente telefoni ai soldati in prima linea: cosa c'è dietro l'ordine di Mosca

La grande madre Russia mette in punizione i suoi soldati come adolescenti che passano troppo tempo al telefonino e minaccia restrizioni e pene per l'utilizzo dei "telefoni personali" in prima linea. A motivare la scelta è una questione puramente strategica, e la risposta a qualunque rimostranza sarà proprio quella di una madre che lo fa per il loro bene.

La conferma arriva direttamente dagli analisti in open source ucraini che studiano i movimenti delle truppe russe anche grande alle informazioni diffuse sul web da soldati più "sbadati". Secondo quando riportato da Politico, alcuni esperti di Osint - acronimo di Open Source Intelligence - avrebbero già affermato che "le nuove restrizioni renderanno più difficile analizzare i movimenti russi". Ma i dati che si scambiano i russi spesso sono utili alle truppe di Mosca anche in combattimento.

Una precauzione per il bene dei soldati

Se ne era parlato già all'inizio della settimana, e ieri la Duma ha deciso, promulgando una legge che "aumenta la pena per l'uso personale di dispositivi Internet da parte dei soldati in prima linea che combattono in Ucraina". La legge in questione classifica come "reato grave" il possesso di un dispositivo che consente al personale militare di "archiviare o inviare video, foto o dati di geolocalizzazione su Internet". La violazione può portare a una pena detentiva fino a 15 giorni. Contestualmente è vietata la trasmissione di "qualsiasi informazione" che potrebbe essere utilizzata per "identificare l'ubicazione delle truppe russe" e i loro spostamenti.

"Il disegno di legge mira a garantire la sicurezza del personale e delle unità militari", ha dichiarato all'agenzia di stampa russa Interfax il presidente del Comitato per la difesa della Duma di Stato Andrei Kartapolov. Ma nonostante le ragione fondate e confermate anche dalle crescenti perdite - i video diffusi ogni giorno sui social da due anni a questa parte hanno mostrato al mondo cosa succede in prima linea e messo in guardia chi si trova in prima linea da cosa vuol dire combattere al tempo dei social - molti influencer russi non concordano con la decisione della Duma.

"Hanno deciso che un soldato dovrebbe combattere senza pensare alla sua famiglia, e la famiglia di una persona mobilitata dovrebbe, come la famiglia di un soldato nella seconda guerra mondiale o la famiglia di un cosacco, essere orgogliosa che un uomo sia stato mobilitato", si ha scritto su Telegram il blogger Dva Mayora, riportato come un profilo a favore della mobilitazione e certamente non contrario alla guerra con l'Ucraina. Anche altri "Z-blogger" hanno criticato la decisione. Il blogger russo Yegor Guzenko, noto con il nome di "Tredicesimo", ha inoltre affermato che ai piani alti del Cremlino qualcuno dimentica l'importanza rappresentata dagli apparati di comunicazione individuali personali come risorsa, dal momento che l'intero esercito si affida ai dispositivi internet personali. "Ma come possono i topi d'ufficio capirlo e saperlo? Lasciamo che questi stronzi della Duma vadano in guerra da soli", scrive in un post.

Secondo quanto riportato la nuova legge viene anche applicata su chi è chiamato all'addestramento militare, chi è stato congedato, e anche sui membri delle famiglie dei soldati. Una stretta importante sul traffico di dati derivati dalla guerra.

Gli analisti ucraini confermano

Secondo quanto riporta sempre Politico, Molfar, piattaforma Osint ucraina che analizza "quotidianamente" le attività dei militari russi sul campo di battaglia ucraino incrociando tutti i dati reperibili in rete per scopi di divulgazione e intelligence afferma di aver osservato "una diminuzione nei dati pubblicati dall'esercito russo sui social media".

"All'inizio dell'invasione su vasta scala dell'Ucraina da parte della Russia, la situazione era radicalmente diversa, con molti post sui social media da parte dell'esercito russo, che pubblicava le proprie posizioni e altre informazioni sensibili", ha affermato il responsabile della ricerca di Molfar. "È probabile che la legge riduca ulteriormente la quantità di questo tipo di dati, ma l'esercito non è l'unica fonte di informazioni dal campo di battaglia. Spesso si possono trovare dati preziosi nei profili dei social network civili o persino in fonti ufficiali come il Ministero della Difesa russo", spiegano sempre le fonti ucraine.

Questa stretta all'uso degli apparati di comunicazione personali in prima linea arriva in concomitanza con la segnalazione secondo cui "l'esercito russo sta subendo forti perdite". Informazione sostenuta dal ministero della Difesa britannico che stima un "tasso di vittime supererà i 1.000 soldati al giorno tra luglio e agosto". Queste informazioni, fornite dall'intelligence inglese estremamente attivo ai margini del conflitto, non possono tuttavia essere confermate.

Sembra essere comunque aumentata la "pressione interna" da parte delle mogli, delle madri, e in generale dalle famiglie del soldati in prima linea affinché "le truppe tornino a casa" dopo due anni e mezzo di conflitto. E che ora difficilmente potranno comunicare con i loro cari impegnati al fronte.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica