"Non abbiamo forze per recuperare Donbass e Crimea": la dura ammissione di Zelensky

Il presidente ucraino ammette l'impossibilità di recuperare i territori perduti e, intanto, ribadisce che nessuno potrà negoziare per conto di Kiev

"Non abbiamo forze per recuperare Donbass e Crimea": la dura ammissione di Zelensky
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Con l'arrivo del generale Inverno, forse, Kiev potrebbe pensare di cedere sull'eventuale tregua con l'invasore russo. "De facto, questi territori, (Donbass e Crimea) sono oggi controllati dai russi. Non abbiamo la forza di riconquistarli. Possiamo contare solo sulla pressione diplomatica della comunità internazionale per costringere Putin al tavolo dei negoziati", ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj in videoconferenza con i lettori de Le Parisien, rispondendo alla domanda su quali compromessi l'Ucraina fosse disposta a fare "per fermare questa guerra".

Un cambio di passo a Kiev?

Una rivoluzione copernicana, sembrerebbe, in cui per la prima volta il leader ucraino sembra cedere alla tentazione del congelamento del fronte. Kiev avanza velatamente questa ipotesi, alla luce anche della prova di forza della sua intelligence che-24 ore fa-si è intestata l'omicido del generale Igor Kirillov e del suo assistente. Di fronte a questo stato di cose, Zelensky ha però ribadito che la negoziazione dell'eventuale tregua spetterà esclusivamente alle due controparti, in un approcio bilaterale. "Nessun leader ha il diritto di negoziare con il dittatore russo Vladimir Putin senza Kiev, poichè l'Ucraina è la vittima di questa guerra", ha risposto secco Zelensky. Secondo Kiev, i negoziati con il dittatore russo nelle condizioni attuali potrebbero dargli l'opportunità di influenzare le decisioni. Pertanto, secondo lui, prima di qualsiasi discussione, è necessario sviluppare una strategia specifica: un piano d'azione o un'iniziativa di pace.

Provare a vincere sul campo

Questo non significa che la presidenza ucraina abbia abdicato al desiderio di provare a vincere sul campo: intestarsi una vittoria anche militare resta fra i desiderata ucraini. Il presidente ha esortato i suoi alleati occidentali a "rafforzare urgentemente l'Ucraina sul campo di battaglia", mentre le forze di Kiev devono far fronte a una nuova violenta controffensiva russa nella regione di Kursk. "La cosa principale che ci unirà", nell'incontro di giovedì con gli europei a Bruxelles, "è determinare come rafforzare urgentemente l'Ucraina sul campo di battaglia, politicamente e geopoliticamente", ha detto ieri Zelensky durante una conferenza stampa con il primo ministro polacco Donald Zanna.

Il botta e risposta con Orbán

Intanto, scontro a distanza con Viktor Orbán: il premier ungherese ha dichiarato di non voler entrare nel merito della "provocazione" del presidente ucraino e ha sottolineato che è "responsabilità" di quest'ultimo accettare la proposta di cessate il fuoco avanzata dal leader ungherese a Putin. "Non risponderemo a nessuna provocazione. C'è una proposta di cessate il fuoco sul tavolo. Prendere o lasciare, è una tua responsabilità", ha detto Orbán in un post su X, dove ha condiviso una dichiarazione in cui Zelensky criticava i tentativi di mediazione del leader magiaro.

Orbán, dopo l'ultima conversazione telefonica con il presidente russo, aveva proposto un massiccio scambio di prigionieri e un cessate il fuoco per Natale. Mosca ha usato la proposta come pretesto per accusare Kiev di non voler mettere fine al conflitto.

"Chi altro in Europa ha un'esperienza come l'Ucraina? Nessuno. Orban ha un esercito del genere? No. Come farebbe a fare pressione su Putin? Con una battuta, un sorriso? Può tenerselo", aveva affermato Zelensky al quotidiano Ukrainska Pravda.

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