Alle 2.59 di questa mattina, Ottavia Piana è stata dichiarata in salvo. Dopo giorni di lavori incessanti, i soccorsi sono riusciti a portare fuori dall’Abisso Bueno Fonteno la speleologa 32enne rimasta intrappolata da sabato. Le sue condizioni erano tali che è stata caricata con un verricello a bordo dell'elicottero per il trasferimento immediato presso l'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, dove poco meno di un'ora dopo è stata affidata alle cure dei medici. Dai primi accertamenti svolti all'interno della grotta dal personale medico che l'ha assistita, tra i quali anche un anestesista, Piana ha riportato traumi alle vertebre e alle costole, fratture alle ossa facciali e a un ginocchio.
"Ci siamo riusciti", è stata l'esultanza dei soccorritori, quasi una liberazione per loro che dalla mezzanotte dello scorso 15 dicembre hanno iniziato una corsa contro il tempo per salvare la vita della speleologa. I rischi erano tanti, legati sia alle sue condizioni che al rischio crolli, in una zona non ancora mappata. "Per fortuna è finita bene. Ottavia non ha parlato, era cosciente e lucida, stanca e provata dal dolore, però... È andata bene. Nell’ultimo tratto siamo andati ad una velocità giusta, più passava il tempo e più lei era stanca e dolorante ma sentiva l’esterno che si avvicinava", ha spiegato alla Rai Giorgio, uno dei soccorritori che si sono alternati in questa lunga staffetta che ha visto il coinvolgimento di oltre 120 uomini di soccorso.
Era con lei sabato, quando è scattato l'allarme, ed era con lei negli ultimi metri. "Ottavia sta bene, adesso avrà da curarsi ma penso che sarà una esperienza da raccontare per lei e per noi una bella esperienza per essere riusciti a trarre in salvo una persona dopo tanti anni di addestramento", ha dichiarato Antonello, un altro degli "angeli" che l'hanno portata in salvo. Sono stanchi, provati da giorni di lavoro, ma sorridono. Non si sono mai arresi, hanno lavorato senza sosta per riportare Ottavia in superficie nonostante le difficoltà, e alla fine ci sono riusciti.
I tempi per il recupero sono stati meno lunghi del previsto anche per merito dei disostruttori che hanno preparato la strada. L'ultimo tratto è stato percorso a maggiore velocità anche su consiglio dei medici, che hanno costantemente monitorato la salute della speleologa, che in questi giorni è stata nutrita tramite barrette energetiche e mantenuta idratata. L'elicottero per il suo recupero sarebbe dovuto decollare da Brescia ma, a causa della fitta nebbia, si è preferito optare per un mezzo proveniente da Lecco. Nell'Abisso Bueno Fonteno c'era anche Tullio Bernabei, uno degli speleologi più esperti del nostro Paese. Nel 1981 è stato uno dei primi a calarsi nel pozzo del Vermicino per cercare di salvare Alfredino Rampi. Ma stavolta, fortunatamente, l'intervento è andato a buon fine. Ai medici che l'hanno seguita fin dai primi istanti, Piana ha confessato: "Mai più in grotta".
Il direttore regionale di AREU, Massimo Lombardo, commentando il salvataggio della speleologa ha sottolineato che da subito AREU ha garantito la presenza in loco di un’ambulanza a disposizione per qualunque urgenza si sarebbe potuta presentare, anche a tutela di tutto il personale attivo in loco: "Il salvataggio della speleologa Ottavia Piana è il risultato di un grande lavoro di squadra che ha coinvolto tutto il sistema sanitario regionale, la nostra Agenzia di Emergenza Urgenza (AREU), il Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e tutti coloro che hanno contribuito alla buona riuscita dell’operazione". E poi ha aggiunto: "A lei rivolgo i migliori auguri per una pronta ripresa. Ancora una volta voglio sottolineare non solo l’eccellenza e la prontezza della nostra rete di emergenza, ma anche esprimere il mio più profondo ringraziamento a tutti i professionisti, ai volontari e agli operatori che, con grande competenza e dedizione, hanno reso possibile questo intervento, risultato piuttosto complesso e delicato. La capacità di coordinare risorse e competenze in tempi così rapidi è motivo di orgoglio per tutta la Lombardia".
Questa circostanza, ha aggiunto, "dimostra l’efficacia del nostro sistema che ha dato concretamente prova di funzionare molto bene nonostante la complessità e la durata dell’operazione. Fondamentale, anche in questa occasione, il ruolo del Soccorso Alpino e Speleologico i cui tecnici, da diversi anni, fanno parte dell’equipe del nostro servizio di emergenza con gli elicotteri. I colleghi dell’elisoccorso decollato questa notte da Sondrio hanno portato in salvo la speleologa con una manovra con il verricello, recuperandola da un luogo impervio e difficile da raggiungere.
Davvero una grande prova di competenza e compattezza che è proprio quello che, ogni giorno, proviamo a mettere a disposizione dei nostri cittadini, per garantire la loro sicurezza sanitaria prima dell’arrivo in ospedale".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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