Russia, nuova chiamata alle armi: così Putin può schierare le reclute in Ucraina

Il presidente russo ha firmato il decreto che coinvolge i giovani tra i 18 e i 27 anni. Dopo l'addestramento potrebbero essere mandati in Ucraina

Russia, nuova chiamata alle armi: così Putin può schierare le reclute in Ucraina
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Il presidente Vladimir Putin ha firmato un decreto di chiamata al servizio militare per 130mila cittadini della Federazione russa. Come riporta l'agenzia Tass, la mobilitazione riguarda tutti i giovani tra i 18 e i 27 anni di età nel periodo ottobre-dicembre 2023. L’agenzia di stampa ha spiegato che i coscritti riceveranno la convocazione in forma cartacea e che la multa per la mancata comparizione è di 30mila rubli (290 euro). In Russia vige la leva obbligatoria, quindi è normale che i maggiorenni non ancora inseriti nella riserva delle forze armate vengano chiamati a svolgere il servizio militare. Il problema, per questi ragazzi, è che il loro Paese si trova in guerra.

Il 21 settembre del 2022, Putin ha annunciato la mobilitazione parziale dei riservisti russi. Circa 300mila uomini specializzati e con precedente esperienza militare sono stati chiamati per rinforzare il contingente impegnato al fronte in Ucraina e dimostratosi, tra le alte cose, numericamente insufficiente. I cosiddetti mobik, di età compresa tra i 18 e i 60 anni, hanno avuto solo un paio di settimane per rinfrescare il loro addestramento, prima di essere spediti nel tritacarne a ovest.

I giovani coscritti del nuovo decreto non dovrebbero essere coinvolti in prima persona nel conflitto, ma gli sviluppi sul campo potrebbero costringere l’Alto comando russo ad impiegarli per tamponare le difese sulle linee di Bakhmut e Zaporizia, o come truppe di seconda linea, con compiti di controllo del territorio occupato.

Un aumento del personale russo impiegato nella guerra sarebbe in linea con le disposizioni date da Putin al ministro della Difesa Sergej Shoigu. Secondo l’Institute for the study of war, il leader del Cremlino avrebbe ordinato ai suoi generali di non cedere un solo metro di territorio, anche a discapito di ritirate verso posizioni più vantaggiose, e di fermare la controffensiva ucraina entro l’inizio di ottobre. Questa strategia di logoramento richiederebbe alla Federazione l’impiego di ogni risorsa disponibile in prima linea, lasciando sguarnite le retrovie ed esponendole a possibili attacchi di partigiani o agenti ucraini. L’impiego di queste reclute come una sorta di forza di polizia, dunque, potrebbe essere un modo per la Russia di liberare risorse preziose in un momento in cui gli ucraini stanno guadagnando terreno, seppur lentamente.

L'esercito di Mosca, però, ha dimostrato di avere anche intenzioni offensive nei settori del fronte meno coinvolti dai contrattacchi di Kiev.

I nuovi coscritti, dunque, potrebbero essere schierati in prima linea nelle zone meno calde, per fungere da truppe di supporto o di presidio a territori conquistati dall’esercito regolare. Una funzione, questa, che per l’esercito ucraino svolgono le brigate di difesa territoriale.

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