A poco più di ventiquattr'ore dall'esplosione dei cercapersone in Libano e Siria, un nuovo attacco ha seminato il panico: la testata L'Orient-Le Jour ha, infatti, riportato di detonazioni udite nel sud del Libano, nella zona della Bekaa e nella periferia sud di Beirut. Al momento, si registrano 9 morti e più di trecento feriti.
Cosa è accaduto questo pomeriggio in Libano
Tre persone sono state uccise nell'esplosione di "apparecchiature di trasmissione" a Sohmor, nel Libano orientale, ha riferito l'agenzia di stampa nazionale. Il ministero della Sanità ha riferito che "più di cento persone sono rimaste ferite in una nuova ondata di esplosioni di walkie-talkie". Walkie-talkie sono esplosi contemporaneamente nella periferia meridionale di Beirut, proprio mentre si svolgevano i funerali di quattro membri di Hezbollah uccisi ieri in esplosioni di cercapersone. Altre esplosioni sono state segnalate a Saida (sud) e Baalbeck (est), dove 15 persone sono rimaste ferite.
A conferma delle nuove esplosioni, anche la testimonianza di un corrispondente di Al-Jazeera, che parla di detonazioni udite a Dahiyeh, sobborgo meridionale della capitale libanese e roccaforte di Hezbollah. Secondo il giornalista, altri episodi sono stati segnalati in altre zone del sud del Libano. Il reporter Ali Hashem, in diretta da Tiro, aveva invece segnalato: "Ho assistito a due esplosioni. Un'auto è esplosa proprio dietro di noi. Allo stesso tempo, c'è stata un'esplosione in un altro luogo. Al momento mi trovo in mezzo alla strada. Ci sono molte ambulanze, c'è caos ovunque".
Le notizie sui media
La TV Al-Manar, microfono di Hezbollah riferisce che i dispositivi wireless sono esplosi nelle mani di chi li portava in mano in diverse aree libanesi. Al-Arabiya, invece, conferma che le nuove esplosioni che si sono verificate oggi in varie zone del Libano riguarderebbero walkie-talkie usati dai membri di Hezbollah. Quest'ultimi sono esplosi in case, auto e moto. Un'esplosione è stata registrata anche durante il funerale del figlio del deputato Hezbollah Ali Ammar, in corso nel sobborgo meridionale di Beirut.
E ancora, il giornalista di Axios Barak Ravid cita due fonti informate, che puntano il dito anche contro le radio dei miliziani. "Le radio personali, che sono state preventivamente dotate di trappole esplosive dai servizi segreti israeliani e poi consegnate a Hezbollah, facevano parte del sistema di comunicazione d'emergenza della milizia che avrebbe dovuto essere utilizzato durante una guerra con Israele", hanno aggiunto le fonti a Ravid.
La reazione Onu e le prime dichiarazioni di Israele
"Gli oggetti civili non dovrebbero essere trasformati in armi", lo ha dichiarato il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres in seguito all'ondata di esplosioni che hanno preso di mira i dispositivi utilizzati da Hezbollah. "Penso che sia molto importante che ci sia un controllo efficace degli oggetti civili, non trasformarli in armi, questa dovrebbe essere una regola che i governi dovrebbero essere in grado di attuare", ha affermato Guterres in un briefing presso la sede centrale delle Nazioni Unite a New York.
In queste ore si va chiarendo anche la dinamica delle comunicazioni Usa-Israele sull'accaduto: Tel Aviv ha informato gli Stati Uniti che stava per condurre un'operazione martedì in Libano ma non aveva fornito nessun dettaglio sul piano.
Lo riporta la Cnn citando tre fonti informate dei contatti tra Tel Aviv e Washington, compresa una telefonata, avvenuta la mattina presto di ieri, tra i ministri Difesa Yoav Gallant e Lloyd Austin.
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