I punti chiave
Esplosioni, fuoco e fiamme da domare. Gli attacchi rivolti contro i bersagli sensibili dislocati sul territorio della Russia si sono moltiplicati, e ogni volta il copione è sempre lo stesso. Da ormai diverse settimane Mosca deve fare i conti con numerosi raid silenziosi portati avanti da droni misteriosi. Dopo l’attacco al Cremlino, respinto in extremis, ecco altri due nuovi blitz da segnalare. Un drone ha provocato una deflagrazione nella raffineria di petrolio di Novoshakhtinsk, nella regione di Rostov, mentre, durante la notte, un secondo veicolo senza pilota ha colpito un’altra raffineria, questa volta a Ilsky, nella regione di Krasnodar, nel sud del Paese.
Droni in azione
L’agenzia russa Tass ha scritto che un drone – ancora una volta non è dato sapere chi sia il mandante ufficiale - ha provocato un'esplosione che ha fatto divampare le fiamme nella raffineria di petrolio di Novoshakhtinsk. Il governatore della regione di Rostov, Vasily Golubev, ha spiegato che l'incendio è stato spento e la raffineria ha ripreso a funzionare.
Scendendo nei dettagli, Golubev ha dichiarato che un velivolo si è schiantato contro una struttura in costruzione nel territorio della raffineria di petrolio di Novoshakhtinsk, una delle più grandi raffinerie di petrolio della Russia meridionale,con una capacità fino a 7,5 milioni di tonnellate all'anno, ed è poi esploso. Le fiamme sono state domate dai servizi dell'azienda e non risulterebbero esserci vittime.
Ricordiamo che, lo scorso giugno, la struttura in questione era già stata colpita da un attacco simile. "A seguito di azioni terroristiche dal confine occidentale della regione di Rostov, due veicoli aerei senza pilota (Uav) hanno attaccato le strutture tecniche" dell'impianto, aveva fatto sapere il sito, in un comunicato, accusando di fatto Kiev per quanto avvenuto.
I bersagli nel mirino
L’altro episodio riguarda invece la raffineria di Ilsky. "A seguito di un attacco di un drone non identificato è scoppiato un incendio nel serbatoio della raffineria di petrolio di Ilsky", ha fatto sapere un portavoce della squadra di soccorso inviata sul posto per domare le fiamme.
La struttura in questione, situata vicino al porto sul Mar Nero di Novorossiisk nella regione di Krasnodar, ha una capacità di lavorazione di circa 6,6 milioni di tonnellate all'anno. A rendere nota la vicenda è stata la Tass, citando il dipartimento regionale del ministero russo per le emergenze e precisando che l'incendio è stato domato poco dopo le 5 di questa mattina ora locale, due ore dopo l'intervento delle squadre di emergenza. Non ci sono stati feriti.
L'incendio che si è generato dalla deflagrazione ha interessato un'area di 1.200 metri quadrati. Alcuni video pubblicati sui social media e geolocalizzati dalla Cnn mostrano l'incendio nella raffineria, il cui impianto si trova vicino al ponte di Crimea, colpito dalle forze ucraine nell'ottobre 2022. Per il momento Kiev non ha commentato il presunto attacco. "Le conseguenze dell'incidente sono state eliminate", ha confermato il servizio stampa dell'impianto.
Le circostanze dell'incendio e dei danni sarebbero ancora in fase di valutazione.In precedenza, anche un serbatoio di stoccaggio di petrolio nell'insediamento di Volna, sempre nel territorio di Krasnodar, aveva preso fuoco dopo l’attacco di un drone.
In Russia's Krasnodar region, the Ilsky oil refinery caught fire after it was hit by a drone, local media reported. pic.twitter.com/4d0Q9PwctH
— T2TNEWS (@T2T_News) May 4, 2023
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