Raid Usa-Gb sullo Yemen, almeno 31 morti e 101 feriti. La condanna dell'Iran: "Sostegno al genocidio palestinese"

Sale il numero delle vittime dell'offensiva aerea. Il ministro degli Esteri iraniano alza la voce con gli Stati Uniti: "Non hanno alcuna autorità o diritto di dettare la nostra politica estera"

Raid Usa-Gb sullo Yemen, almeno 31 morti e 101 feriti. La condanna dell'Iran: "Sostegno al genocidio palestinese"
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Si aggrava il bilancio dei raid dell'operazione ordinata da Donald Trump nello Yemen e che portano la firma anche del Regno Unito. L'ultimo aggiornamento diramato dal ministero della Salute degli Houthi riferisce che almeno 31 civili sono rimasti uccisi e altri 101 sono invece feriti, e precisa che la maggioranza delle vittime sarebbe composta da donne e bambini. "Condanniamo e denunciamo i crimini contro i civili e gli obiettivi civili che si considerano un crimine di guerra", ha scritto su X il portavoce del ministero, Anis al Asbahi. Che ha specificato come i numeri siano solo preliminari e non definitivi.

Ad alzare la voce è stato Abbas Araghchi. Il ministro degli Esteri iraniano si è rivolto agli Usa e li ha messi in guardia: "Non hanno alcuna autorità o diritto di dettare la politica estera dell'Iran". I raid sono stati condannati a chiare lettere anche da Esmail Baghaei, portavoce del ministero degli Esteri iraniano, affermando che l'aggressione militare "costituisce una flagrante violazione dei princìpi fondamentali della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale". In particolare ha denunciato il mancato rispetto del divieto dell'uso della forza e il rispetto della sovranità nazionale e dell'integrità territoriale.

L'attacco è stato bollato come "in linea con il loro continuo sostegno al 'genocidio' del popolo palestinese". Qual è la causa principale dell'instabilità nell'Asia occidentale? Per Baghaei, le ragioni si trovano nella "continua occupazione" e nelle "uccisioni di massa in Palestina" che - dal suo punto di vista - vengono perpetuate dal sostegno di Stati Uniti, Regno Unito e Occidente. Elemento che viene visto come "una minaccia senza precedenti per la sicurezza regionale e globale".

Gli attacchi aerei hanno preso di mira la Capitale Sanaa, i governatorati di Saada (nord-ovest), Al-Bayda (centro) e la città di Radaa (centro). Così gli Stati Uniti hanno portato avanti delle offensive su larga scala contro decine di obiettivi nello Yemen controllato dagli Houthi. Nel mirino sono finiti radar, difese aeree e sistemi missilistici e di droni. Funzionari Usa hanno fatto sapere che il bombardamento ha anche lo scopo di inviare un segnale di avvertimento all'Iran: Trump vuole mediare un accordo con Teheran per impedirgli di acquisire un'arma nucleare, ma al tempo stesso non ha chiuso all'ipotesi di un'azione militare nel caso in cui gli iraniani dovessero respingere i negoziati.

Nelle scorse ore The Donald ha ordinato alle forze armate statunitensi di scagliarsi contro i terroristi Houthi nello Yemen, accusati di aver "condotto una campagna incessante di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri Paesi", oltre che aver bloccato la navigazione, paralizzato vaste aree del commercio globale e attaccato il principio della libertà di navigazione. Ha giudicato "pateticamente debole" la risposta di Joe Biden e ha ribadito a chiare lettere che l'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato: "Useremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo".

Anche il segretario di Stato americano Marco Rubio, discutendo con il suo omologo russo Sergei Lavrov, ha sottolineato che i continui attacchi dei ribelli alle navi militari e commerciali statunitensi nel Mar Rosso "non saranno tollerati".

Il ministro degli Esteri russo ha sostenuto invece che tutte le parti dovrebbero astenersi dall'uso della forza, avviando un dialogo politico "in modo da trovare una soluzione che impedisca ulteriori spargimenti di sangue".

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