La rivolta dei palestinesi contro Hamas: uccise due persone a Rafah

Una folla ha preso d'assalto un camion carico di viveri e gli agenti di polizia di Hamas, nel tentativo di disperderla, hanno sparato ad altezza uomo uccidendo un adolescente. La seconda vittima è morta in ospedale

La rivolta dei palestinesi contro Hamas: uccise due persone a Rafah
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Il controllo di Hamas sulla popolazione della Striscia di Gaza sembra essersi dissolto. Complici la guerra scatenata dai terroristi, la scarsità di cibo e acqua e le condizioni umanitarie disastrose, i civili hanno iniziato a ribellarsi contro l’organizzazione che li opprime da quasi vent’anni. All’arrivo di un camion carico di aiuti a Rafah, nel rione Sultan, molte persone hanno preso d’assalto il veicolo, cercando di afferrare le scatole di viveri. Agenti della polizia di Hamas hanno sparato in aria per cercare di disperderli ma la folla si è subito ingrossata. I poliziotti hanno dunque esploso colpi ad altezza uomo, uccidendo sul posto l’adolescente Ahmed Shaddad Barika. Un'altra persona è morta in ospedale. Nella vicina Khan Yunis si è verificato intanto un incidente analogo e una persona che stava cercando di appropriarsi degli aiuti è stata ferita da uomini di Hamas. Fonti locali hanno affermato che "per le strade si respira un'atmosfera di anarchia".

La sommossa animata dalla disperazione si è trasformata in furia e i rivoltosi si sono lanciati contro un vicino commissariato, prendendolo a sassate. Stando ad alcuni video diffusi in rete, sarebbero stati appiccati anche degli incendi. Pare inoltre che il camion fosse diretto ad un deposito di Hamas, accusato più volte di aver confiscato gli aiuti mandati nella Striscia attraverso l’Egitto. Il fatto che il movimento terroristico si appropri di viveri, materiale e denaro inviato nell’exclave da varie associazioni e governi non è una novità.

L’organizzazione palestinese, infatti, ha utilizzato i fondi internazionali per costruire la sua rete di tunnel sotterranei, comprare armi e pagare i propri combattenti. Nei primi giorni della guerra, inoltre, sui social è comparso un video che ritraeva i miliziani intenti a smontare un acquedotto per utilizzare i tubi come componenti per missili. La popolazione ha sopportato in silenzio per molto tempo questi soprusi, ma la gravità della situazione in cui milioni di palestinesi si trovano dal 7 ottobre è stata la proverbiale goccia che ha fatto traboccare il vaso.

Complice anche la perdita del controllo sul territorio a causa dell’efficace offensiva delle Idf, sempre più persone hanno iniziato a parlare apertamente contro il movimento terroristico, additandolo come il responsabile delle sofferenze dei civili, spesso usati come scudi umani nel tentativo di far passare Israele come “il cattivo”. Una posizione, questa, sostanzialmente confermata da Hamas stesso.

In diverse interviste, alti ufficiali dell’organizzazione hanno affermato che il loro scopo non è migliorare le condizioni di vita degli abitanti della Striscia, ma la guerra permanente contro Israele e la mobilitazione di tutto il mondo arabo contro lo Stato ebraico. Un obiettivo che richiede il sangue delle donne e dei bambini di Gaza

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