Mosca muove l'Arkhangelsk: tensione nel Baltico per il sottomarino nucleare stealth

Il vascello sarà ufficialmente consegnato alla marina di Mosca nel dicembre 2024. Al momento, si trova nel Mar Baltico dove prenderà parte a una serie di esercitazioni. È il quinto sottomarino di classe Yasen-M

Mosca muove l'Arkhangelsk: tensione nel Baltico per il sottomarino nucleare stealth
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La Russia continua a potenziare la sua marina militare. Il nuovo sottomarino a propulsione nucleare Arkhangelsk è stato schierato nel Mar Baltico, dove parteciperà a esercitazioni volte a sviluppare la strategia di deterrenza marittima della Federazione. Il vascello dovrebbe essere ufficialmente consegnato alle forze armate di Mosca entro il dicembre del 2024 e ha intrapreso le prime prove in acqua l’11 giugno.

Appartiene alla classe Yasen-M, sottoclasse della Yasen, ed è dotato di capacità stealth, sistemi sonar avanzati e armi migliori rispetto ai suoi predecessori. È il quinto sottomarino della sua “famiglia” dopo il Severodvinsk, il Kazan, il Novosibirsk e il Krasnoyarsk. La sua costruzione è iniziata il 15 marzo 2015 nel cantiere navale di Sevmash ed è stato varato il 29 novembre 2023. La sua discesa in campo segnerà un potenziamento delle capacità marittime strategiche e tattiche del Cremlino. I sottomarini di classe Yasen-M, infatti, sono progettati per svolgere diversi ruoli, comprese missioni di attacco a terra, antinave e antisommergibili. Sono equipaggiati armi avanzate, tra cui i missili da crociera Kalibr e Oniks capaci di trasportare testate nucleari.

La costruzione dell’Arkhangelsk è una prova evidente degli sforzi in corso a Sevmash, dove si trova il principale centro di costruzione dei sottomwarini russi, e al Malakhit Design Bureau, incaricato di progettare i vascelli. Entrambe le istituzioni svolgono un ruolo fondamentale nel progresso della tecnologia navale russa. Se la nuova nave di classe Yasen-M dovesse completare con successo le prove, si tratterebbe di un successo per tutta l’industria bellica della Federazione che, nonostante le sanzioni imposte dall’Occidente, continua a lavorare a pieno regime.

Il Cremlino, inoltre, ha intenzione di continuare a mantenere la sua capacità di proiezione di potenza a livello globale. Ne sono una prova le esercitazioni nel Mar dei Caraibi, dove si è recato anche uno dei “fratelli” dell’Arkhangelsk, il Kazan. Gli Stati Uniti hanno seguito da vicino i movimenti della flotta russa, sottolineando che la sua presenza a Cuba e in Venezuela non costituisce un pericolo per il Paese. Funzionari della Difesa di Washington hanno anche sottolineato il fatto che mantenere squadriglie navali in giro per il mondo sia uno sforzo notevole per Mosca, considerando che si trova spesso a fare affidamento su vascelli antiquati.

In più, la Russia deve anche sopperire alle perdite che ha sofferto durante la guerra in Ucraina. Il Mar Nero è diventata la tomba di numerose navi della Federazione, contro cui i droni marittimi sviluppati da Kiev si sono rivelati tremendamente efficaci.

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