Il 7 febbraio, la Russia ha attaccato Kiev e nel raid potrebbe aver usato per la prima volta una delle sue armi di ultima generazione: il missile ipersonico Zircon. La notizia è stata diffusa lunedì 13, dopo che il Kyiv Scientific-Research Institute for Forensic Examinations ha completato le analisi preliminari sui frammenti di un vettore utilizzato durante il bombardamento.
Il direttore dell’istituto, Oleksandr Ruvin, ha condiviso un video sul suo canale Telegram in cui ha mostrato segni specifici sui pezzi del missile recuperati dopo l'attacco. “In questo caso, vediamo elementi caratteristici del missile 3M22 Zircon. Parti e frammenti del propulsore e dei meccanismi di guida presentano marcature specifiche”, ha scritto. Se l’analisi dovesse rivelarsi corretta, si tratterebbe di una nuova e difficile sfida per i sistemi di difesa del Paese invaso, già impegnati a respingere quasi quotidianamente sciami di droni e vettori di varie tipologie.
Stando a quanto dichiarato dai russi, lo Zircon ha una gittata di mille chilometri e viaggia a nove volte la velocità del suono. Una caratteristica, questa, che secondo gli analisti militari potrebbe significare una finestra di reazione incredibilmente ridotta per le batterie anti-missile a disposizione di Kiev e la capacità per le forze di Mosca di attaccare bersagli molto resistenti e in profondità. Il Cremlino aveva annunciato il completamento dei test del vettore nel giugno del 2022 e il presidente Vladimir Putin lo aveva descritto come parte di una nuova generazione di sistemi d’arma senza pari. Inizialmente, lo Zircon è stato progettato per essere lanciato dalle navi. Una versione per piattaforme terrestri è stata sviluppata successivamente.
Se le forze del Cremlino dovessero iniziare ad utilizzare regolarmente questo vettore, la situazione già complicata di Kiev potrebbe ulteriormente peggiorare. Con il pacchetto di aiuti americano da 61 miliardi di dollari ancora bloccato al Congresso, i loro migliori sistemi di difesa, le batterie Patriot, potrebbero rimanere entro breve a corto di munizioni. L’esercito ucraino, inoltre, sta affrontando una carenza generale di equipaggiamento e problematiche legate al personale. Secondo l’ex capo di Stato maggiore, il generale Valerij Zaluzhny, il governo avrebbe dovuto chiamare alle armi altri 500mila uomini. Un’ipotesi, questa, a cui il presidente Volodymyr Zelensky si è fermamente opposto.
Date tutte queste difficoltà e il fallimento della controffensiva del 2023, gli alleati occidentali hanno spinto l’Ucraina a prediligere una strategia difensiva per quest’anno e a non considerare più come una priorità la liberazione dei territori occupati dalle forze di Mosca.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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