L'organizzazione tedesca Sea-Watch ha la straordinaria capacità, intesa in senso negativo, di strumentalizzare e avventarsi come uno sciacallo su ogni disgrazia, al solo scopo di perseguire un fine utile. Cerca di usare la propaganda per accreditarsi nell'opinione pubblica internazionale e trovare in questo modo lo scudo "umanitario" per proseguire nelle sue attività. È riuscita a inserirsi anche nel confitto in Medioriente, e non come altre realtà non governative allo scopo di sostenere i civili, vittime della barbarie della guerra, con aiuti umanitari in loco, ma quasi suggerendo la via del mare come strumento di fuga ai libanesi coinvolti nel conflitto con Israele da Hezbollah.
"Il Libano, paese con il più alto numero di rifugiati pro capite al mondo, è ora teatro di nuovi devastanti bombardamenti israeliani. Troppi civili sono già morti, e probabilmente altre persone saranno costrette a fuggire via mare. Basta con queste uccisioni di massa", scrivono dalla Ong sui propri social. Il Libano è uno degli Stati che si affaccia sul Mediterraneo, ma la sua posizione è molto defilata rispetto allo scenario solito di intervento delle Ong. Le rotte via mare dal Libano sarebbero quasi certamente mortali, a meno che non abbiano come destinazione l'isola di Cipro e la Turchia. Due Paesi che però hanno politiche piuttosto stringenti sull'immigrazione clandestina e non si sono mai dimostrati affabili con le Ong. Al pari della Grecia, poco distante. Pensare anche solo di mettere in mare barchini carichi di migranti dal Libano verso l'Italia, non sarebbe solamente folle, ma anche sospetto, da parte dei trafficanti.
Ma il messaggio di Sea Watch, che immagina lo scenario di fuga meno probabile e più pericoloso dal Libano, potrebbe significare che dalla Ong sono già a conoscenza di possibili movimenti in tal senso dal Paese dei cedri. Oppure che hanno già in programma di spostarsi in quel versante del Mediterraneo. Ma questo interessamento, questa propaganda della Ong, potrebbe avere anche risvolti diversi e non prevedibili. Infatti, come già accade, migranti senza documenti che riescono a partire dalla Libia in direzione dell'Italia, potrebbero dichiarare all'arrivo di essere libanesi, sfruttando lo status di rifugiati anche se non dovessero essere realmente provenienti dal Paese.
La mossa della Ong tedesca, in costante conflitto con l'Italia, potrebbe significare l'apertura di un nuovo fronte di lotta contro l'esecutivo, per sfruttare una tragedia umanitaria a proprio vantaggio e accreditarsi ulteriormente nell'Unione europea, facendo ancora più pressione per ottenere il passepartout per i porti italiani.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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