La Corea del Nord ha inviato almeno 10mila uomini in Russia, dove si starebbero addestrando prima di essere inviati al fronte per combattere in Ucraina: lo ha dichiarato il Pentagono, aumentando la precedente stima di 3mila unità, formulata la scorsa settimana. La presenza delle truppe nordcoreane solleva nuove preoccupazioni sull’allargamento del conflitto, in cui sta ora intervenendo attivamente con i suoi soldati un Paese terzo. Già nella conferenza stampa al termine del vertice dei Brics a Kazan, il presidente Vladimir Putin non aveva smentito la notizia della presenza di truppe di Pyongyang, ora gli indizi si moltiplicano, comprese intercettazioni al fronte in cui i soldati russi parlano già della presenza di militari coreani (in realtà in toni non proprio entusiasti). Le intercettazioni provengono dalla regione di Kursk occupata dall'Ucraina ad agosto. Gli analisti affermano che per momento il contingente di soldati nordcoreani è troppo piccolo per cambiare le sorti della guerra, Mosca avrebbe bisogno di raddoppiare il contingente di 50mila uomini ora presente nella regione. Ma il ritmo di crescita registrato dal Pentagono non promette niente di buono.
Anche perché per Putin in questo momento i soldati di Pyongyang valgono quasi più degli enormi carichi di munizioni (non proprio precisissime) arrivate dall’alleato asiatico. La Russia ha difficoltà a ricostituire le forze dopo perdite che secondo le stime sono di circa 600mila tra morti e feriti. Putin avrebbe resistito alle suppliche dei vertici militati di ordinare un altro giro di mobilitazione, offrendo invece enormi bonus ai volontari che si arruolano. Sebbene ciò abbia aiutato la Russia a mantenere un ritmo di 30mila reclute al mese per gran parte del 2024, negli ultimi mesi diverse regioni russe hanno dovuto mettere mano al portafoglio per attrarre nuovi soldati. La regione di Belgorod, che confina con Kursk, ha aumentato il bonus di iscrizione per le reclute di più do tre volte, da 800mila rubli (8.300 dollari) ad agosto a 3 milioni di rubli ad ottobre: una cifra “fuori mercato”, considerando che lo scorso anno lo stipendio mensile medio nella regione era di 55.000 rubli (570 dollari).
L’accordo segreto tra Putin e Kim è probabilmente bilaterale. Porterà a un maggiore aiuto della Federazione alla Corea del Nord in campo militare, già preannunciato nell'ultimo anno quando la Repubblica democratica popolare ha fornito munizionamento di artiglieria e missili balistici a corto raggio alle forze di Mosca, utilizzati nel conflitto sebbene con esisti non molto rassicuranti: diversi filmati e rapporti da fonti aperte riferiscono che i proiettili di artiglieria sono di cattiva qualità e a volte esplodono nella camera di scoppio oppure restano inerti. Anche i missili balistici del tipo Kn-23, copia nordcoreana del sistema russo Iskander-M, hanno dimostrato di essere estremamente imprecisi. La Corea del Nord ha costruito enormi depositi di materiale bellico nei decenni, ma la maggior parte è vetusta. Ovviamente c’è qualche eccezione e le truppe russe si stanno addestrando per usare l'artiglieria semovente nordcoreana, mentre qualche mese fa sul campo di battaglia è stato osservato l'utilizzo da parte delle forze di Mosca del veicolo corazzato controcarro “Bulsae-4”, non sono al livello dei mezzi occidentali forniti all’Ucraina ma fanno numero e volume di fuoco.
I soldati nord coreani invece sono addestrati e motivati, anche se con poca familiarità con le nuove tecnologie a partire dai droni. Il loro arrivo sulla linea del fuoco ha fatto dire al consigliere per la sicurezza nazionale americana John Kirby che “se questi soldati nordcoreani decidessero di unirsi alla lotta contro l'Ucraina, diventerebbero legittimi obiettivi militari“. Non che questo possa spaventare Kim che dispone di 1milione e 200mila soldati che, da anni, sono soprattutto un costo e non sono stati utilizzati in nessuna operazione che desse un ritorno geopolitico. Mentre aiutare la Russia può dare alla Corea svariati vantaggi.
Intanto la cosa di cui in Occidente si parla meno è la lunga catena logistica allestita da russi e coreani per consentire questo dispiegamento di uomini e mezzi. Le vie principali di trasferimento sono due, quella ferroviaria e quella marina. Circa 1500 uomini delle forze speciali nordcoreane sarebbero ad esempio arrivati in Russia via nave attraverso il porto di Vladivostok ai primi del mese. Da là si sono spostati verso le città di Ussuriysk, Khabarovsk e Blagoveshchensk. Almeno questa prima operazione sarebbe stata condotta con caratteristiche di segretezza. I militari nordcoreani sono stati dotati di uniformi russe e documenti di identificazione contraffatti per farli passare come abitanti della Siberia orientale, dove molti cittadini hanno tratti somatici asiatici compatibili con quelli coreani. Da là si sono spostati verso le città di Ussuriysk, Khabarovsk e Blagoveshchensk. Rotta non molto dissimile da quella seguita dai 13mila container di armi che, secondo i servizi di sicurezza sudcoreani, la Corea del Nord ha inviato in Russia. Sulla via marittima hanno provveduto a trasportarli almeno 19 navi “fantasma”. La rotta via terra invece passa attraverso Il Ponte dell'Amicizia che collega direttamente il territorio coreano e quello russo. Quello dove è sempre passato il famoso treno blindato dei Kim nelle visite a Mosca. Il ponte è lungo 400 m, di cui la metà sul fiume Tumen e si trova a 225 metri dal triplice confine tra Russia, Corea del Nord e Cina. Il traffico verso la Russia è esponenzialmente aumentato.
Alla luce di questa affluenza di materiali e ora di uomini, risulta chiaro perché l’Ucraina ha chiesto sempre più spesso di poter usare le armi occidentali per colpire più in profondità il territorio russo per disarticolare le linee ferroviarie e i depositi con cui viene avvicinato al fronte. In caso contrario senza colpire le retrovie russe gli ucraini, col tempo, rischiano sempre più di essere schiacciati con la forza del numero.
Una tattica in cui i coreani del nord sono maestri, non avendo mai avuto particolare avversione alle perdite di personale, escludendo le forze speciali. Era così già ai tempi della guerra di Corea, dove i loro attacchi di massa erano un incubo per le forze americane- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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