Vento di novità in casa Tories, nel Regno Unito: in seguito alla (preannunciata) débâcle dei conservatori lo scorso luglio, il partito ha scelto Kemi Badenoch, candidata "anti-woke", come nuova leader, sostituendo Rishi Sunak dimessosi dopo la disastrosa prestazione alle elezioni generali. Badenoch, 44 anni, ha sfidato l'ex ministro dell'Immigrazione Robert Jenrick.
La corsa a due con Jenrich
Nessuno dei due è particolarmente noto alla maggior parte dei britannici, sebbene Badenoch abbia raggiunto una maggiore notorietà durante il suo mandato di ministro, venendo spesso trascinata in accesi dibattiti con i giornalisti. Secondo i dati elettorali diffusi dai media britannici, Badenoch ha ricevuto 53.806 voti contro i 41.388 voti di Jenrick. L'affluenza è stata del 72,8%: 66.288 elettori hanno votato online e 29.621 per posta. Vince, dunque, con il 57% delle preferenze, il che rende la sua una vittoria meno decisiva di quella di David Cameron (68%), di Boris Johnson (66%) e di Duncan Smith (61%), ma molto simile a quella di Liz Truss (anch'essa del 57%).
Badenoch, come primo atto del suo nuovo corso, ha reso omaggio al rivale, augurandosi svolga un ruolo chiave nel partito in futuro. Badenoch ha esordito ringraziando Richard Fuller, il presidente dei conservatori, e i membri del partito, oltre al marito Hamish e l'ex premier. "Un onore immenso essere stata eletta a questo ruolo, guidare un partito che amo, il partito che mi ha dato così tanto. Spero di riuscire a ripagare quel debito", ha dichiarato, per poi rivolgersi a Jenrick: "Siamo rimasti tutti colpiti dalla tua energia e dalla tua determinazione. Tu e io sappiamo che in realtà non siete d'accordo su molte cose, e non ho dubbi che tu abbia un ruolo chiave da svolgere nel nostro partito per molti anni".
Appello a tutti i conservatori, anche in Scozia e Irlanda del Nord
A complimentarsi immediatamente con lei il premier Keir Starmer, affermando che il fatto che sia diventata la prima leader nera di un partito di Westminster è "un momento di orgoglio per il nostro Paese". Si tratta di un aspetto che la stessa Badenoch non tiene particolarmente a esaltare: sebbene sia stata ministro per le Pari Opportunità, non ha mai fatto mistero di pensare che i laburisti esagerino la misura in cui i neri sono svantaggiati dalle disuguaglianze strutturali in Gran Bretagna.
Un discorso succinto quello di Badenoch, che ha riproposto brevemente il suo appello elettorale: la leader ha affermato che vorrebbe che tutti i colleghi contribuissero al lavoro di rinnovamento del partito, compresi i conservatori del parlamento scozzese, del Senedd, dell'Irlanda del Nord, nonché i consiglieri e i membri del partito. Il partito conservatore è stato “essenziale per il successo del nostro Paese”, ha affermato. Ma ha anche ribadito quanto sia necessario ammettere di aver commesso errori. "Il nostro partito è fondamentale per il successo del nostro Paese, ma per essere ascoltati dobbiamo essere onesti, sinceri sul fatto che abbiamo commesso degli errori...È giunto il momento di dire la verità, di difendere i nostri principi, di pianificare il nostro futuro, di resettare la nostra politica e il nostro pensiero e di dare al nostro partito e al nostro Paese il nuovo inizio che meritano. È tempo di mettersi al lavoro. È tempo di rinnovare", ha sottolineato commossa Badenoch.
Riavviare la macchina del partito
Appena eletta è già pronta a dare filo da torcere ai rivali del Labour, delineando i compiti che attendono i fedeli conservatori: chiedere conto al governo laburista e preparare “un piano chiaro”, aggiungendo che il primo ministro starebbe “scoprendo troppo tardi i pericoli di non avere un piano del genere”. Il suo compito ora è quello di far rivivere un partito che sta ancora facendo i conti con il suo peggior risultato elettorale di sempre.
Entrambi i candidati hanno insistito sul fatto che i Tories possono tornare al potere alle prossime elezioni, che si terranno nel 2029 o prima. Ma sarà un compito arduo: il suo coinvolgimento, inoltre, nei mandati di Liz Truss e Rishi Sunak potrebbe rivelarsi un'arma a doppio taglio.
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