Aerei di seconda mano, piloti inesperti, addestramento breve: gli F-16 sono un rischio per Kiev

Lo schianto del primo F-16 americano in Ucraina pone diversi interrogativi sull'opportunità di questo tipo di fornitura a Kiev

Aerei di seconda mano, piloti inesperti, addestramento breve: gli F-16 sono un rischio per Kiev
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Il caso del primo F-16 abbattuto in Ucraina sembra tutt'altro che risolto. Man mano che passano le ore, l'episodio in cui è rimasto vittima uno dei primi piloti addestrati all'uso dei caccia americani agita le tormentate acque del supporto bellico alla guerra in Ucraina.

Le due principali criticità degli F-16 all'Ucraina

Ieri, dopo ore di ipotesi di ogni tipo (compreso l'errore del pilota, ancora non del tutto abbandonata), il comando aereo di Kiev aveva confermato che un caccia F-16 si era schiantato mentre respingeva un attacco aereo russo, confermando la morte del pilota. I caccia delle Forze armate dell'Ucraina erano stati utilizzati per respingere una raffica di missili lanciata dalla Federazione, insieme a unità antiaeree.

A sollevare numerosi dubbi sulla bontà dell'operazione F-16 lo stesso Wall Street Journal, che ieri aveva rivelato le prime indiscrezioni sul caso. Sarebbero spesso di seconda mano, con decine di anni di volo alle spalle, i velivoli che Washington ha donato all'Ucraina. A guidarli, giovani piloti ucraini che avranno sì una grande esperienza con i Mig - come nel caso di Oleksyi Mes, il pilota rimasto vittima - ma che per manovrare un caccia americano hanno dovuto frequentare un corso di addestramento accelerato: non si diventa pilota di F-16 in pochi mesi, questo è certo.

Kiev più vulnerabile con gli F-16?

Ma la guerra impone velocità e, spesso, pecca di approssimazione che può rivelarsi fatale. La più importante, certamente, sta nel post-addestramento: i militari americani istruiti all'uso dei caccia prodotti dalla Lokheed Martin volano per molti mesi insieme all'unità a cui vengono assegnati dopo aver completato il corso e non vengono lasciati subito in una zona di combattimento attivo. I piloti ucraini sì.

Questi, secondo il Wall Street Journal, sono alcuni degli elementi che rendono gli F-16 meno decisivi e incisivi nella guerra contro la Russia di quanto non sia stato immaginato finora. I caccia americani, infatti, sono stati dipinti in questi due anni come la panacea per tutti i mali, ma la realtà è molto diversa. Per paradosso, i punti di criticità sollevati dal quotidiano Usa rendono Kiev più vulnerabile di fronte alla difesa aerea russa, e al contempo fanno di piloti, caccia e le loro sedi di stanza un obiettivo di grande valore per le forze di Mosca.

L'addestramento "non standard" dei piloti

Il Wall Street Journal rivela un altro importante dettaglio, che completa il quadro. Il curriculum di addestramento per gli F-16 dati agli ucraini "non è standard". Ovvero, il "programma di studio", già breve di suo, si concentra tutto su missioni specifiche e su condizioni che si potrebbero incontrare in combattimento. Il rischio di avere dilettanti allo sbaraglio è altissimo, dunque. Nel frattempo, numerosi militari ucraini frequentano corsi sia in Europa, sia negli Stati Uniti per accelerare i tempi, al di là del numero di F-16 pervenuto. Finora, secondo quanto annunciato dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky lo scorso 4 agosto, i primi degli 80 aerei da guerra promessi sono arrivati in Ucraina. L'esercito di Kiev non ha fornito numeri più precisi, ma un funzionario americano aveva parlato di quattro caccia consegnati a Kiev e sei piloti addestrati per guidarli.

Il costo di un F-16 varia in base alla versione dell'aereo e alle armi e agli aggiornamenti che include, ma può arrivare a decine di milioni di dollari. Una vendita di 70 vecchi Fighting Falcon e delle relative attrezzature alla Giordania nel febbraio 2022 è stata valutata 4,21 miliardi di dollari.

Si prevede che l'Ucraina riceverà un mix di jet vecchi e aggiornati non solo da Washington ma anche da Norvegia, Belgio, Paesi Bassi e Danimarca. Ma adesso il problema della superiorità aerea diventa secondario. Ora il dilemma principale non è più se inviare o meno i caccia, ma se questi diventeranno o meno un'arma a doppio taglio.

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