La scia, poi lo scontro col caccia russo: così è venuto giù il drone Usa | Il video

Nelle immagini rilasciate dal Pentagono, è stato immortalato il contatto tra i due mezzi sui cieli del Mar Nero. Adesso è caccia al relitto adagiato al largo della Crimea

La scia, poi lo scontro col caccia russo: così è venuto giù il drone Usa | Il video

Un passaggio ravvicinato, un tocco nella parte laterale del drone, poi un'immagine di un'elica danneggiata. Sono questi alcuni dei frame di un video, rilasciato dal Pentagono e trasmesso dalla Cnn, relativo all'impatto tra il drone statunitense e il caccia russo avvenuto nei giorni scorsi.

Il particolare più importante emerso dalle immagini riguarda il rilascio di carburante da parte dell'aereo russo una volta avvicinatosi al drone. Un'azione definita dal Pentagono “senza precedenti” e che ha alimentato la tensione tra Mosca e Washington, solo parzialmente ridimensionata con la chiamata di ieri tra i due rispettivi vertici della Difesa.

Il video del drone Usa colpito dal caccia russo

Le immagini durano in tutto 42 secondi. Pochi, ma importanti per ricostruire parzialmente la dinamica. Nei primi secondi si nota il velivolo militare russo avvicinarsi al drone. In prossimità dell'aereo senza pilota, guidato da remoto da una base Usa nel Nevada, il caccia di Mosca rilascia carburante.

È in questa circostanza che si ha un primo disturbo delle trasmissioni. Al ventiduesimo secondo si nota un altro riavvicinamento del caccia al drone, con un nuovo rilascio di carburante. Sette secondi dopo, si ha un contatto diretto tra i due mezzi. Lo si intuisce soprattutto dal fatto che per almeno una decina di secondi la telecamera del drone smette di funzionare.

Le immagini tornano regolari solo al trentanovesimo secondo, prima poi di staccarsi definitivamente. A quel punto, il drone precipita e termina la sua corsa nel fondo del Mar Nero.

Cosa dimostrano le immagini

In primo luogo, dal video si intuisce come da parte del caccia russo si è avuta una mossa di avvicinamento intenzionale verso il drone. Difficile invece dire se l'impatto sia stato voluto o meno. Di certo, il rilascio di carburante è stato attuato per creare comunque un'azione di disturbo.

Da qui l'irritazione da parte del Pentagono. “L'obiettivo era far deviare il drone dalla rotta o disabilitare le sue capacità di sorveglianza – ha dichiarato alla Nbc una fonte dell'intelligence Usa – i jet russi avrebbero sganciato carburante sul MQ-9 Reaper durante un'azione senza precedenti”. Un'affermazione smentita più volte dalle parti di Mosca, secondo cui invece non c'era alcuna intenzione di danneggiare il drone. Secondo i russi inoltre, le attività portate avanti con i droni da parte degli Usa, anche se avviate in acque internazionali, assomigliano sempre più a provocazioni.

La tensione è quindi molto alta. Non a caso proprio ieri il Segretario alla Difesa Usa, Lloyd Austin, ha sentito telefonicamente il ministro della Difesa russo, Sergej Shoigu. Una chiamata volta ad attivare un confronto tra le parti e ridimensionare la portata dell'incidente nel Mar Nero.

Adesso è caccia al relitto.

I russi hanno intenzione di recuperarlo: troppo ghiotta l'opportunità di avere tra le mani un modello Usa e studiarne le principali componenti tecnologiche. Da parte degli Usa, è stato assicurato invece che si farà il possibile per evitare che il drone finisca in “mani sbagliate”.

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