Putin pensava di contenere i danni, lavando i panni in casa. Ma quando lo scorso 1° novembre il quotidiano Le Monde ha dedicato una pagina alla dissidente Elvira Vikhareva, lo zar di Mosca ha deciso di intervenire, con metodi ampiamente sperimentati. La 32enne politica russa anti-regime, è stata infatti avvelenata. Nel suo sangue sono state trovate abbondanti tracce di bicromato di potassio, una sostanza cancerogena e altamente tossica. Ai francesi di Le Monde aveva rilasciato una lunga intervista, portando all'attenzione mondiale non solo la sua contrarietà all'Operazione Speciale, ma denunciando i brogli elettorali e le minacce che avrebbero consentito a Putin di rimanere alla guida del Cremlino per tutti questi anni. Con il giornalista francese Benoit Vitkine non aveva utilizzato filtri sulla situazione in Russia, utilizzando frasi come «le elezioni ci sono state rubate», o «in Ucraina sta avvenendo per mano di Putin un massacro di bambini», che hanno provocato la reazione dell'establishment. Le prime minacce risalgono a due giorni dopo l'intervista, con telefonate anonime e lettere recapitate alla sua abitazione nel quartiere moscovita di Marina Roshcha. Poi è arrivato il veleno: i primi sintomi si erano manifestati a fine novembre, per poi riproporsi a febbraio. La donna aveva accusato forti dolori allo stomaco, aumento della frequenza cardiaca e intorpidimento degli arti. «Morire non è assolutamente nei miei piani - ha scritto venerdì sul suo profilo Telegram per denunciare quanto le sta accadendo - eppure sono stata avvelenata. Ho taciuto sulla mia condizione per proteggere le persone a me care. Rimanere però in silenzio significa fare il gioco del regime. Non mi nasconderò più in un angolo aspettando compassione e non starò zitta. Siamo governati da assassini e codardi, ora lo so meglio di chiunque altro, sulla mia pelle. Dobbiamo essere forti di fronte al nemico». Originaria di Irkutsk, in Siberia, e figlia di due medici, Elvira Vikhareva si è laureata in scienze politiche, lavorando come project manager per lo sviluppo di una società medica. Si è avvicinata alla politica in occasione delle proteste contro le frodi elettorali del 2011, fondando il movimento «Iniziativa Civile», aderendo poi al «Partito dei Cambiamenti» e avviando una dura battaglia contro Putin. Nel 2022 intendeva candidarsi alle elezioni comunali, ma un tribunale le ha impedito di farlo, adducendo irregolarità nei suoi documenti registrati all'anagrafe. Elvira ha perso i capelli, soffre di convulsioni, e pare che la sua bellezza sia stata messa alle corde dai veleni, ma è in vita, e soprattutto ha buone possibilità di guarire. Ad altri dissidenti non è andata così bene, e comunque quella dell'avvelenamento è una pratica che Putin ha riservato ai suoi più fastidiosi detrattori. Non dimentichiamoci che all'inizio del conflitto in Ucraina, l'oligarca Roman Abramovich e i negoziatori ucraini soffrirono i sintomi di sospetto avvelenamento dopo un incontro. Nel 2004 il candidato alle elezioni presidenziali ucraine, e leader dell'opposizione, Viktor Yushchenko, venne ricoverato in Austria dopo essere stato vittima di una misteriosa contaminazione da diossina. Tutti conoscono la storia dell'ex 007 Alexander Litvinenko, che morì il 23 novembre del 2010 in ospedale per avvelenamento da polonio. Nel 2017 finì in coma il giornalista Kara Murza, intossicato da sostanza sconosciuta. Un agente nervino fu invece la causa del decesso nel 2018 di un altro ex 007, Sergei Skripal e di sua figlia Yulia.
Fino ad arrivare all'oppositore Alexei Navalny (oggi in carcere), che perse conoscenza in aereo durante un volo da Tomsk a Mosca il 20 agosto di tre anni fa. L'aereo fece uno scalo d'emergenza e i medici di Berlino gli salvarono la vita.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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