"Zelensky voleva colpire la Russia": le ultime rivelazioni sul leader ucraino

Secondo quanto riportato da alcuni leak Usa Volodymyr Zelensky avrebbe in privato "un istinto aggressivo che contrasta con la sua immagine pubblica". Il leader ucraino voleva addirittura colpire la Russia all'interno dei suoi confini

"Zelensky voleva colpire la Russia": le ultime rivelazioni sul leader ucraino
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Volodymy Zelensky ha rifiutato di usare le armi ricevute dai Paesi occidentali per colpire la Russia nel suo territorio. Eppure, dietro le quinte, il presidente ucraino avrebbe proposto di fare l'esatto contrario, e cioè attaccare Mosca in profondità, occupando villaggi, bombardando infrastrutture strategiche e usando missili a lungo raggio. È questa l'ultima, clamorosa rivelazione contenuta in alcuni leak del Pentagono che dipingono uno Zelensky privato dall'istinto "aggressivo", ben diverso da quell'immagine di "uomo calmo e stoico che affronta la brutale" invasione russa.

Gli ultimi leak su Zelensky

Nel giorno della visita a Roma di Zelensky, il Washington Post ha dato ampio spazio ad una rivelazione presumibilmente contenuta nei numerosi file top secret condivisi online da Jack Teixeira, un ex aviere della Massachusetts Air National Guard, adesso arrestato. Il report in questione tratteggia un leader ucraino inedito, che in privato avrebbe proposto una direzione audace.

Altro che difendersi dall'offensiva russa. Secondo documenti segreti dell'intelligence statunitense, che descrivono in dettaglio le comunicazioni interne di Zelensky con i suoi migliori aiutanti e leader militari, il capo di Kiev avrebbe spinto per attaccare obiettivi all'interno dei confini della Russia.

Attaccare la Russia

I documenti in questione fanno riferimento ad alcuni incontri avvenuti negli ultimi mesi. In uno, risalente alla fine di gennaio, Zelensky aveva suggerito che Kiev conducesse "attacchi in Russia" mentre le truppe a terra entravano nel territorio nemico e "occupavano non specificate città russe di confine", il tutto per consentire a "Kiev di guadagnare maggiore leva nelle discussioni con Mosca".

In un altro incontro a febbraio con il generale Valery Zaluzhny, Zelensky aveva espresso la sua "preoccupazione" sul fatto che l'Ucraina non aveva "missili di lungo raggio capaci di raggiungere i dispiegamenti di truppe russe in Russia". Il presidente ucraino aveva quindi "suggerito di attaccare alcune località a Rostov", una regione della Russia occidentale, usando droni.

Colpire le infrastrutture strategiche

Alla metà di febbraio, incontrando il vice premier Yuliya Svrydenko, Zelensky aveva inoltre suggerito che l'Ucraina facesse "saltare" l'oleodotto dell'era sovietica Druzhba che fornisce petrolio all'Ungheria. Una "minaccia", secondo l'intelligence americana, senza significato: Zelensky stava "esprimendo la sua rabbia nei confronti dell'Ungheria" e probabilmente si è lasciato andare a "minacce iperboliche e senza senso", è riportato in uno dei documenti citati dal Washington Post.

Il nodo dei missili a lungo raggio è un tema molto delicato per la Casa Bianca, preoccupata dalla possibilità che lo scontro possa finire fuori controllo e generare un braccio di ferro tra gli Stati Uniti e la Russia. Dal canto suo, Washington ha fornito all'Ucraina miliardi di armi avanzate ma ha finora respinto la richiesta di missili Atacms a lungo raggio.

La posizione degli Usa

L'amministrazione Biden ha fatto sapere al Washington Post che i commenti intercettati di Zelensky non sono il motivo della bocciatura della richiesta. "L'Ucraina si è ripetutamente impegnata a usare le armi fornite in modo responsabile e strategico quando necessario, e abbiamo fiducia che continuerà a farlo", ha detto un funzionario del Pentagono.

Non tutte le carte segrete del Pentagono indicano però uno Zelensky che preme per azioni aggressive.

Uno dei documenti descrive infatti un piano messo a punto dall'intelligence militare ucraina lo scorso anno per un attacco sotto copertura contro le forze russe in Siria tramite l'aiuto dei curdi. Il piano in questione sarebbe stato bocciato dal presidente ucraino lo scorso dicembre.

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