Che idea si è fatto di questa crisi?
"Certamente è una crisi economica. Se poi vogliamo parlare di crisi comportamentale o sociale all'origine di una crisi economica ci sono anche dei modelli di comportamento sbagliati".
Tipo?
"In questo caso la corsa al consumo. Non sono un moralizzatore, ma la corsa al consumo non è un piacere in se stesso scelto dalle persone ma è indotto dal sistema".
Colpa del capitalismo?
"Il capitalismo si regge sulla produzione e sul consumo. Tutto questo se perde un controllo sociale finisce per dar luogo alle bolle immobiliari e tutto quello che è accaduto".
Cosa pensa del fenomeno dei suicidi dal punto di vista di come è stato trattato giornalisticamente?
"E' evidente che quando si focalizza l'attenzione su un fenomeno si scopre più spesso del solito di quanto accade. E' evidente che c'è un disagio maggiore da parte di una categoria di persone, produttori, piccoli imprenditori e uomini maturi che rimangono disoccupati. Io non ho mai avuto una esperienza di questo genere. Nell'arco egli ultimi 50 anni non si ricorda in Italia una paura tale di un fallimento generale e una crisi economica così diffusa".
Sembra esserci un maggiore scoramento rispetto al passato...
"Sì. Adesso c'è il terrore di non uscirne e questo da noi in questo modo collettivo forse non l'abbiamo neanche vissuto dopo la crisi del '29 che in Italia si è sentita dal '32-'33 perché il regime fascista ha soffocato ogni possibilità di manifestare la crisi e l'ha evitata con il protezionismo economico. Insomma, negli ultimi 100 anni non si ricorda niente del genere".
Il percorso letterario che consiglia per intraprendere la strada ottimistica della
"Io sto leggendo un libro che aiuta perché carica di rabbia: è quello di Ida Magli, "Dopo l'Occidente", e parla proprio di come possiamo riprendere il nostro futuro prima che i banchieri lo comprino a prezzi stracciati".
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