Gli Haggard fra metal e Medio Evo

Dal quartetto degli anni Novanta il gruppo tedesco è diventato un’orchestra di sedici elementi

All’eccentricità non c’è mai fine. Può succedere così che nel calderone della musica popolare contemporanea trovino spazio (con discreto successo, sebbene di nicchia…) anche formazioni come quella dei tedeschi Haggard, paladini da oltre un decennio a questa parte di un ardito mix di metal spinto, folk, classica e musica medioevale-rinascimentale.
Un’idea originale, non c’è che dire. Originale tanto quanto le lingue utilizzate nelle loro canzoni (si spazia dal tedesco all’italiano passando attraverso l’inglese e il latino) e, soprattutto, il numero di musicisti impiegati. Già, perché gli Haggard, che si sono costituiti come quartetto death metal all’inizio degli anni Novanta, hanno a poco a poco ampliato i propri orizzonti. Ormai più che una band, sarebbe più corretto definirla un’orchestra. Un’orchestra di 16 elementi. Accanto al lungocrinito Asis Nasseri, cantante-chitarrista “regista” riconosciuto del progetto, incontriamo infatti un’intera sezione d’archi e, ancora, un tastierista, suonatori di timpani, oboe e flauto e una coppia di (piacenti) soprano, rigorosamente nero-vestite.
«Le strutture delle canzoni andrebbero studiate perché molto più vicine al mondo classico che a quello metal», ha scritto più di un critico.

Per quanto lusingati, gli Haggard, stasera dal vivo all’Alcatraz per presentare in anteprima Tales Of Ithiria, il nuovo album in uscita a fine primavera, puntualizzano: «Anche se siamo metallari anomali, non abbiamo mai rinunciato alle classiche e trascinanti cavalcate tipiche del metal più duro».
Haggard, Alcatraz, via Valtellina 25, ore 21, info 02-69016352, ingresso 22 euro.

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