Haiti, tra 50mila e 100mila le vittime Obama: "Devastazione straordinaria"

Decine di migliaia di persone hanno protestato per chiedere acqua, cibo e aiuti per estrarre i corpi dalle macerie: creati posti di blocco con i cadaveri. Il Pentagono invierà 9mila soldati entro lunedì. Mancano 27 italiani all'appello: c'è una vittima. All'ospedale cadaveri in cortile

Haiti, tra 50mila e 100mila le vittime 
Obama: "Devastazione straordinaria"

Port-au-Prince - Dopo il terribile terremoto che ha stravolto Haiti la situazione è drammatica: è allarme epidemia. Gli abitanti, disperati, hanno creato dei posti di blocco con i cadaveri a Port-au- Prince. Chiedono che i soccorsi siano più tempestivi. Shaul Schwarz, fotografo del magazine Time, ha raccontato di aver visto almeno due posti di blocco formati con i cadaveri delle vittime del terremoto. I primi a passare oggi all’alba la frontiera tra Repubblica Dominicana e Haiti sono i soldati di Rafael Delapena, il capo delle forze armate dominicane, che sta coordinando assieme ai suoi colleghi haitiani i primi aiuti via terra diretti a Port-ou-Prince. Il Pentagono ha annunciato che oltre 9mila soldati americani giungeranno ad Haiti entro lunedì. E le prime stime dei soccorritori parlano di un numero di vittime compreso tra le 50mila e le 100mila.

Morte e distruzione "Il livello di destazione diHaiti non ha precedenti - ha commentato il presidente Usa, Barack Obama - le perdite registrate sono strazianti". Dopo il panico e il dolore iniziale si sta facendo strada nella popolazione di Haiti un sentimento di rabbia e di frustrazione per la mancanza degli aiuti. Per le strade di Port-au-Prince risuona l’eco dei primi spari e diversi testimoni riferiscono di saccheggi e razzie. In un video diffuso dalla France Presse si vede una rissa fra la popolazione all’arrivo di un elicottero che lancia a terra derrate alimentari e beni di prima necessità. "Se gli aiuti internazionali non arrivano in fretta - dice un sopravvissuto - la situazione peggiorerà rapidamente". "Abbiamo bisogno urgente di acqua e di cibo", spiega un altro haitiano di Port au Prince. "Sentiamo alla radio che arrivano squadre di soccorso dall’estero, ma non vediamo niente". Un uomo, visibilmente furioso, brandisce un bastone gridando: "Vogliamo più medici e meno giornalisti".

I superstiti all'Hotel Montana Le squadre di ricerca e soccorso ad Haiti hanno ritrovato 23 superstiti sotto le macerie dell’Hotel Montana, dove risiedevano numerosi stranieri e funzionari internazionali. "Li abbiamo trovati durante la notte", ha detto l’inviato presidenziale cileno nell’isola caraibica, Juan Gabriel Valdes, ex capo della missione di pace a Haiti. "Al momento non risultano italiani tra le vittime", hanno riferito i soccorritori spagnoli e francesi che stanno scavando per cercare di recuperare superstiti ancora intrappolati nell’albergo sulle colline di Port-au-Prince. Tenuto conto del clima di grande confusione che regna in queste ore nella capitale haitiana, i soccorritori sottolineano che questo dato non può essere considerato definitivo.

L'allarme epidemia Non è solo la terra che continua a tremare o la conta dei morti a mettere i brividi. Sotto il cielo di Haiti, l’isola messa in ginocchio dalla furia del sisma, aleggia prepotentemente il rischio di epidemie. "La situazione è drammatica anche sotto questo punta di vista e certo il clima tropicale non aiuta", ha spiegato Francesco Blangiardi, presidente della Società italiana di igiene. Da qui la necessità di intervenire immediatamente con sistemi di depurazione dell’acqua altrimenti si rischia letteralmente il collasso. Bisogna distribuire acqua potabile da bere ma anche depurare quella inquinata, ovvero il liquame presente sull’isola, prodotto dalle reti fognarie mandate in tilt dal terremoto. Se non si interviene immediatamente, il rischio di trasmissione di malattie oro-fecali s’impenna. Tra queste, oltre alla febbre tifoidea, a far più paura è il colera la cui diffusione -è facilitata dal clima che contraddistingue Haiti.

Il vero epicentro del sisma E' nelle zone rurali vicino la capitale di Haiti il vero epicentro del terremoto, dove non c'è possibilità di accesso e, di conseguenza, non si conoscono ancora i bisogni della popolazione colpita che vive in quest'area. "I sopravvissuti e gli operatori stanno vivendo un incubo - ha spiegato la squadra di Oxfam - l'aeroporto è gravemente danneggiato, le comunicazioni interrotte, mentre le persone hanno subito traumi e hanno bisogno di tutto. Stiamo cominciando ora a ricevere gli aiuti malgrado le mille difficoltà". Secondo quanto riferito da Oxfam, il governo haitiano avrebbe in programma di allestire 14 campi intorno alla capitale per fornire alloggio agli sfollati. I campi potrebbero offrire la miglior soluzione provvisoria per consegnare cibo, acqua e proteggere i sopravvissuti da malattie ed epidemie. L'accesso all'acqua potabile è probabilmente il problema più urgente.

La prima vittima italiana identificata Sono più di 170 i cittadini residenti o in visita a Haiti che sono stati contattati dalla Farnesina dopo il devastante terremoto di martedì e sono tutti in salvo: ancora 27 mancano all'appello. A questo punto sono presumibilmente una quarantina i connazionali di cui non si sono avute ancora notizie, ma alla Farnesina si fa notare che molti di loro hanno la doppia cittadinanza e non hanno più un legame stretto con l’Italia, il che rende più difficile contattarli. Al momento è stata identificata una vittima. Si tratta di Gigliola Martino, 70 anni.

"Conosciutissima nella comunità francese ed haitiana, Gigliola era una delle ultime italiane di Haiti", si legge sul giornale online La gente d’Italia. Era esponente di una delle due famiglie di oriundi più importanti dell’isola caraibica, i Caprio e i Martino presenti ad Haiti da oltre un secolo.

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