Henry rispolvera l’italiano: ha voglia di Milan

Sheva vale 70 milioni, Galliani non molla. Moratti-Mancini: incontro e piani futuri

Franco Ordine

Thierry Henry tiene tutti col fiato sospeso. Decide lui, senza il contributo del manager cui viene notificata la scelta in anticipo, la destinazione del prossimo contratto. Tre le opzioni a sua disposizione: una riconferma con i gunners, un viaggio a Barcellona, un ritorno in Italia, con residenza a Milanello. Tre strade aperte, spalancate, con percentuali identiche. L’Arsenal spera ancora in una conferma e Wenger, l’allenatore, è al lavoro per convincere il suo allievo prediletto. Il Barcellona lo aspetta a braccia aperte, il Milan lo considera l’alternativa numero uno alla eventuale partenza di Shevchenko per Londra, quartiere Chelsea e sa di riscuotere un gradimento sentito del francese. «Decido nei prossimi giorni» è la garanzia firmata dal bomber che mercoledì notte, persa la coppa dei Campioni, alla tv italiana rispolvera un italiano efficace ed è come se parlasse per far capire la sua disponibilità al trasferimento a San Siro. «Con quello che guadagnano alcune stelle del calcio, e con la disponibilità di taluni club a versare certi stipendi, sono i giocatori che hanno l’ultima parola» sostiene un manager del settore. Tutti aspettano Henry, allora ma nel frattempo è il braccio di ferro tra Milan e Shevchenko a tenere banco.
Già perché l’ucraino, atteso oggi a Milanello (piano di rientro cambiato, viaggio slittato al 25 per prolungare la vacanza in costa Azzurra), è alle prese con la posizione rigidissima di Adriano Galliani e del club rossonero. «Gliel’ho ripetuto in tutte le lingue, deve presentarsi in sede, ufficialmente e chiedere di essere ceduto, il Milan non lo cederà mai di sua iniziativa» è il pistolotto ripetuto dal dirigente all’ex Pallone d’oro che invece spera che sia il negoziato tra Chelsea e Milan a toglierlo dall’imbarazzo di un solenne pronunciamento. Da segnalare anche che sull’argomento si registrano via internet dei dibattiti senza fine tra i tifosi, tutti chiedono a Sheva di restare in rossonero. Secondo talune indiscrezioni, la prima cifra offerta da Abramovich è di 50 milioni di euro: se così fosse risulterebbe insufficiente. Ne servono almeno 70, e di giocatori da inserire eventualmente nella trattativa, uno solo risponde ai requisiti giusti: Gallas.
Per chiudere la parentesi Milan bisogna riferire della risposta di Filippo Inzaghi all’invito di Totti («grazie per le belle parole ma resto in rossonero») e aggiornare il resoconto sulla vicenda Dida. Il portiere brasiliano è partito per Dubai promettendo a Galliani che onorerà il contratto fino alla scadenza naturale (giugno 2007) per esaminare, in corso d’opera, la possibilità di rinegoziare lo stipendio. Lo fa per strappare forse più soldi, oppure perché medita di cambiare procuratore: lo scopriremo solo vivendo.
A Milano, ieri, è partito l’anno terzo di Roberto Mancini all’Inter. Colloquio di due ore con il patron Massimo Moratti, presente Marco Branca, l’addetto al mercato del club nerazzurro. Esito del summit favorevole, molto favorevole a giudicare dai volti distesi e dalle frasi carine. Soddisfatto Mancini. Sono partiti Cristiano Zanetti (Juve), Favalli (Milan), e Wome (Werder Brema), Mihajlovic si è ritirato, Zè Maria e Kily sono in partenza: in arrivo Maicon e Maxwell, più Grosso.

L’obiettivo principale resta una punta centrale: Toni il nome più gettonato fino a una settimana fa. Occhi puntati anche sulla evoluzione dell’affare Juventus: in caso di retrocessione in B, alcuni big bianconeri potrebbero liberarsi d’autorità (Trezeguet, Emerson e Zambrotta).

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