Siamo alle solite con lhospice Caracciolo, la struttura nel quartiere di Montesacro che cura anche malati in fase terminale. La giunta Marrazzo non paga le rette della clinica da sette mesi ormai e senza spiegazione alcuna, malgrado il 19 maggio scorso abbia addirittura sottoscritto un impegno dinanzi al prefetto Achille Serra.
Il testo dellaccordo prevedeva lobbligo della regione di versare una quota degli arretrati conteggiata fino a tre fatture pregresse e dopodiché, per mettersi al passo con i pagamenti, avrebbe riconosciuto unaltra porzione cospicua di arretrati non appena il governo avesse riconosciuto allente territoriale la percentuale del finanziamento dovuto.
Quel finanziamento è in parte arrivato nelle casse regionali ma allhospice le spettanze rimangono insolute. Vale a dire che alla San Francesco Caracciolo, che ospita una cinquantina di malati terminali, già da maggio scorso la regione avrebbe dovuto riconoscere una porzione di arretrati oltre a ripianare i crediti vantati entro il termine di 90 giorni riconosciuto dalla legge.
Invece nulla di fatto. Dopo la firma dellaccordo, sottoscritto dallassessore alla Sanità Augusto Battaglia e dallamministratore unico della Caracciolo Luca De Marchis, è stata pagata solo una piccola quota mensile: meno di 3 mesi di arretrati e poi nulla più. E senza soldi sono a rischio pure gli stipendi del personale dellintera struttura. Almeno a partire da febbraio.
Sul fronte regionale invece, tutto tace nonostante siano state chieste delucidazioni sul perché lente non ottempera allimpegno sottoscritto visto che «nessuna risposta è stata data ai nostri telegrammi che attestavano la richiesta di una quota parte dei pagamenti che erano rimasti ancora inevasi - ammette De Marchis -. In pratica, dopo la firma dellaccordo dinanzi al prefetto di Roma, la regione ha fatto in modo di non essere mai puntuale nemmeno per versare le prime quote spettanti cosicché, si è andata via via raggruppando una discreta quantità di fatture e accumulato ritardo su ritardo. Mentre riteniamo che sia grottesco che ormai ogni sei mesi di debba protestare per suscitare quella piccola attenzione da parte delle istituzioni».
Questa volta, però, più che attenzione, dalle istituzioni sarebbe arrivata una tiratina di orecchi. Già, perché il personale che da tre giorni ormai spontaneamente e senza autorizzazione sta manifestando in viale Tirreno, a due passi dalla sede dellhospice, potrebbe creare un disservizio allutenza e per questo «ci potrebbero revocare la convenzione - aggiunge lamministratore - almeno a voce ci è stato detto così».
«Noi tuttavia - spiega ancora De Marchis - come risposta abbiamo portato le lettere di solidarietà dei familiari dei degenti e di quei pazienti che sono sottoposti alla nostra assistenza domiciliare: nessuno si è mai lamentato perché abbiamo ritardato nelle cure. Anzi. Malgrado gli operatori sanitari vadano, a fine turno, in strada a manifestare cercando di attirare lattenzione dei passanti e degli automobilisti sulle criticità gestionali della giunta Marrazzo, il servizio ai pazienti viene mantenuto efficiente in tutti i suoi aspetti».
Non serve tanto per rendersi conto che il personale della Caracciolo, in maggioranza donne, tiene profondamente al proprio lavoro e difende in toto loperato dellamministrazione dellhospice che fino a oggi ha sempre ottemperato ai pagamenti degli stipendi. Altrettanto poco serve per rendersi conto che, invece, il comportamento della giunta Marrazzo sia invece piuttosto aspramente contestato.
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