Claudia Passa
Quando i 30mila nuovi cassonetti dellAma campeggeranno per le vie della città il primo cittadino avrà il suo «ritorno dimmagine». «Saranno belli e facili da usare», assicurano dallazienda, e in un momento in cui la raccolta differenziata continua a far discutere potranno rivelarsi una boccata dossigeno per lamministrazione in affanno. Specialmente alla vigilia delle elezioni.
Ciò che in Campidoglio forse ancora non tutti sanno, però, è che sulla «rivoluzione» in arrivo - così lha definita Walter Veltroni - stanno per abbattersi i pesanti interrogativi sollevati da Michele Baldi, combattivo consigliere di Forza Italia. In ben quattro interrogazioni, infatti, lesponente azzurro ha passato in rassegna le presunte «anomalie» della gara, indetta lo scorso agosto con scadenza fissata per il mese successivo. Arco temporale in cui le ditte avrebbero dovuto realizzare i 18 prototipi di cassonetto elaborati dallAma, che alla fine una sola azienda ha presentato. Quella che va da sé si è aggiudicata lingente appalto. «In quel periodo le aziende sono notoriamente chiuse per ferie - osserva Baldi in uninterrogazione - e risulterebbe che lAma abbia negato, ai concorrenti che lhanno richiesta, una proroga per poter partecipare». Dallazienda replicano daver fatto le cose in fretta «ma comunque nei tempi minimi di legge, perché da un anno e mezzo abbiamo bloccato lacquisto dei vecchi cassonetti, e Roma non può certo rimanere senza».
Va detto che la magistratura contabile, a seguito di ricorsi, ha dato ragione allAma. Ma ciò che Baldi mette nero su bianco è che unaltra ditta del settore avrebbe «impugnato la gara notificando il ricorso lo stesso giorno, o addirittura il giorno prima dellapertura delle buste e della presentazione dei prototipi, indicando già il nome della ditta aggiudicataria». La società autrice del ricorso, contattata dal Giornale, spiega daver «notificato latto, su consiglio del nostro legale, sia al Tar che, per conoscenza, a unaltra azienda di settore. Che poi è quella che si è aggiudicata lappalto». LAma afferma di «non ritenere neanche ammissibile la sola ipotesi che potesse essere conosciuto in anticipo il nome della ditta vincitrice». Ma Baldi, in via ufficiale, chiede al sindaco e allassessore competente «se non ritenga giusto sospendere, se non annullare, la gara».
E ancora. Presentando la «rivoluzione» dei cassonetti, il Campidoglio avrebbe annunciato un ribasso del 10 per cento del prezzo rispetto allultima gara, «ovvero - spiega Baldi - rispetto alla gara europea di 2400 litri di lamiera zincata». In quel caso, accusa il consigliere azzurro, «erano inclusi 3 anni di garanzia e relativa manutenzione, comprensiva di tutti i pezzi di ricambio occorrenti per i 36 mesi», per il valore di 80 euro lanno a contenitore. Ergo, il prezzo dacquisto di allora era di 510 euro a contenitore, a fronte degli attuali 699,50 euro. Quanto al prototipo di cassonetto - che lAma rivendica daver «studiato a lungo, testato, rifinito e brevettato fino al 2030» - laccusa di Baldi è che addirittura il modello sarebbe riconducibile ad altra società, e che il contenitore Ama avrebbe invece presentato problemi in fase di prove funzionali. «Non è vero - replica lazienda - in questa vicenda tutto si è svolto con la massima regolarità.
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