Siamo alla fine del tunnel? Lindustria aeronautica mondiale non solo è convinta che il peggio della crisi economica sia dietro le spalle, ma ritiene anche che la ripresa sia consolidata. Lo dimostra nel modo più chiaro, aumentando il ritmo di produzione dei più popolari aerei di linea. A rompere gli indugi è stata Airbus, la quale ha annunciato che a partire da dicembre accrescerà la costruzione degli aerei della famiglia A320 da 34 a 36 al mese. Per ora restano costanti i ritmi di produzione dei più grandi A330/340 e quelli del colosso A380.
La risposta del rivale americano non si è fatta attendere: Boeing si prepara ad accelerare da aprile la produzione del grande B777, che era scesa da 7 a 5 esemplari al mese nellaprile 2009. Boeing sta anche pensando di aumentare la produzione del B737, che anche nel momento più duro è rimasta a 31 aerei al mese. E sta accelerando la produzione del nuovo B787, ancora non entrato in servizio, che alla fine del 2011 andrà a 7 aerei al mese, poi a 12 al mese nel 2012.
Boeing ed Airbus nel 2011 consegneranno, quindi, complessivamente oltre mille aerei.
I due «grandi» smentiscono le previsioni di qualche banca daffari, che solo il mese scorso aveva delineato ulteriori tagli produttivi entro fine anno. Sta accadendo il contrario. Boeing ed Airbus, pur con cautela, concordano sulla ripresa, ritengono che i loro portafogli ordini siano più sicuri: qualche cancellazione di commesse cè ancora, ma in compenso arrivano nuovi ordini.
Tutto questo ha un impatto positivo anche in Italia, perché Alenia Aeronautica, società di Finmeccanica, è partner di Boeing con il 14% della fusoliera del B787 e produce anche importanti componenti del B777. È anche coinvolta nellA380 di Airbus e nella famiglia A320. E partecipa ai jet regionali russi Sukhoi Superjet 100, è fornitore di parti di fusoliera per i nuovi Cs della canadese Bombardier, ed ha il 50% dei velivoli turboelica Atr.
E con gli aumenti dei volumi produttivi lintera filiera industriale aeronautica ritrova slancio dopo poco più di un anno di crisi. Solo sei mesi fa nessuno ci avrebbe scommesso.
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