I big del Pd intonano il loro requiem "Il partito? E' morto, da rottamare"

Dopo il sondaggio choc che dà i democratici sotto il 25% scatta il tutti contro tutti. L’anatomia di un suicidio dietro gli epitaffi dei leader

I big del Pd intonano il loro requiem  
"Il partito? E' morto, da rottamare"

Autobiografia di un omicidio. Il Pd è un partito senza speranza. Putrefatto. Rottamato. In decomposizione. Questo non lo dice Capezzone. Il racconto del partito morto è scritto da leader e comprimari del Pd. Dicono che i sondaggi lo danno sotto il 25 per cento. Non c’è da stupirsi. Chi voterebbe un partito che fa schifo perfino ai loro iscritti? Come diceva Groucho Marx: «Non vorrei mai far parte di un club che accetti fra i suoi membri un tipo come me». Bene. Il Pd è finalmente un partito marxista. Basta ascoltare capi, sottocapi e affini. Eccoli.

Beppe Fioroni «Il Pd è nato troppo presto».

Enrico Letta «I sondaggi dicono che siamo sotto il 25 per cento. Si decide adesso se il Pd ha un futuro. Gli elettori ci stanno dicendo “avete l'ultima chance“, se non la cogliete non c'è più speranza“».

Giorgio Merlo «Trovo stucchevole e anche un po’ patetico chi continua, come Bettini, a dipingere un partito dove i cattivi sono sempre gli altri, cioè quelli che appartengono alle correnti organizzate. Le correnti, o le aree di pensiero, ci sono. Eccome ci sono. Ci sono persino le correnti generazionali, quella dei quarantenni e credo, tra qualche tempo, anche quella dei trentenni».

Paolo Giaretta «Profumo leader del Pd? Va bene che il centrosinistra ama perdere, ma affidarsi ad un banchiere mi sembrerebbe troppo: c'è un limite anche all'autolesionismo».

Ermete Realacci «Mi dispiace per Profumo, ma non ha il phisique du role del leader politico».

Marco Minniti «Adesso diranno che i 75 firmatari del documento Veltroni hanno fatto cacciare Profumo e ora lo candidiamo a leader del Pd. Magari con i milioni sequestrati allo Ior...».

Giulio Santagata «Ma chi mai si affiderebbe a un banchiere?».

Dario Franceschini «È sempre capitato così. Eletto un leader, dal giorno dopo calci nelle caviglie. A Veltroni, Occhetto, Prodi, Amato... Dico basta».

Walter Veltroni «L'appello per stare uniti? Se stiamo uniti al 24,6 per cento non andiamo da nessuna parte».

Arturo Parisi «Veltroni sembra Totò quando lo schiaffeggiano: pensa che le sberle degli elettori siano per gli altri».

Rosy Bindi «Veltroni vuole impegnarsi per il successo del Partito Democratico? Ben venga. Peccato che il suo contributo per ora abbia solo lacerato la minoranza e riproposto l'immagine distorta di un partito nella bufera».

Massimo Cacciari «Penso che la morte del Pd fosse una cosa assolutamente scontata e inevitabile da almeno un anno. È un esperimento fallito, come del resto il Pdl. Il Nuovo Ulivo? Sarebbe un'accozzaglia senza senso, una puttanata».

Matteo Renzi «Rottamerò il Pd».

Massimo D'Alema «Ho un'agenda molto fitta di impegni in Europa e nel mondo, se vogliono rottamarmi dovranno inseguirmi».

Piero Fassino «Massimo, guarda che anche tu sei tra gli sconfitti».

Nichi Vendola «Il centro-sinistra non ha bisogno di un Papa straniero, di una conferenza episcopale, ma di un vangelo, di un vocabolario per poter parlare alla gente».

Franco Marini «Basta altrimenti ci prendono per pazzi».

Ignazio Marino «Le divisioni sono un film già visto. Basta battibecchi dentro il partito e balbettii fuori di esso».

Debora Serracchiani «Il logo del Pd è asettico. Serve trovare un nuovo simbolo identitario. Nel nostro campo simboli identitari di fortissimo impatto come lo scudo, la falce e il martello, sono stati sostituiti prima da gentili e rassicuranti simboli vegetali, poi da un asettico marchio-logo».

Giovanna Melandri «Ma dico, avete visto gli ultimi sondaggi? Il Pd continua a non essere percepito come un'alternativa al governo di centrodestra».

Pierluigi Castagnetti «Il problema del Pd è la letargia morale che affligge la società italiana».

4Romano Prodi «Il Pd ritrovi le sue radici».

Sergio Chiamparino «Il Pd è fallito, serve altro».

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