"I Cesaroni" simbolo dell’Italia?

Il settimanale "il Domenicale" attacca la fiction Mediaset: "Rappresenta l’arte di arrangiarsi, anche imbrogliando" La difesa del "Secolo d’Italia": "No, rispecchia i problemi delle famiglie, come nella migliore commedia nostrana"

"I Cesaroni" simbolo dell’Italia?

Da una parte Il Domenicale, settimanale dellutriano, dall’altra il Secolo d’Italia, quotidiano di An. Generalizzando un po’, le due anime del Pdl, Forza Italia e Alleanza nazionale, che oggi celebrano il loro epocale sposalizio. In mezzo, a dividerli, i Cesaroni, la famiglia allargata della fiction Mediaset ambientata alla Garbatella, guardacaso proprio il quartiere del ministro giovane di An Giorgia Meloni (come sempre si ricorda quando si parla dell’ambientazione romana della fiction).

Che succede mai? Una piccola frattura culturale sul terreno pop, un guizzo di polemica forse per marcare le differenze tra i due partiti, come già si intravedeva nella contrapposizione amichevole, sulla Stampa di qualche giorno fa, tra Angelo Crespi (giustappunto il direttore del Domenicale) e Pietrangelo Buttafuoco a proposito dei diversi patrimoni culturali dei due partiti prossimi alla fusione (più sofisticato il primo, più popular il secondo con un «pantheon» in cui trovano posto Rino Gattuso, Marco Masini, Lando Buzzanca...).
Per farla breve, il Domenicale stronca ferocemente la serie tv di casa Mediaset: «Una fiction dove c’è poco da ridere» è il sommario del pezzo in prima pagina di Giuseppe Romano. Il settimanale culturale fondato da Dell’Utri punta l’indice contro lo stile di vita della famiglia, il cosiddetto metodo Cesaroni, «ovvero - scrive il Domenicale - il tentativo di mescolare le carte in maniera da fregare gli avversari o le avversità. Una vera e propria apologia dell’italiano che si arrangia anche a costo di commettere ingiustizie e reati». Sintesi: i furbetti del quartierino televisivo.

Proprio quel realismo da commedia all’italiana però che ha fatto dire, anche ai più impettiti critici tv, che i Cesaroni «raccontano l’Italia», con la scrittura impietosa ma autentica dei film di Alberto Sordi, Dino Risi, Monicelli. Ve lo meritate Alberto Sordiiii! Ecco, secondo il Secolo d’Italia il disprezzo del Domenicale per la fiction Mediaset ricorda quello di Nanni Moretti per l’italianità, bonariamente cialtrona, dei personaggi di Sordi. Insomma, siete snob come la sinistra morettiana, la cultura della destra è quella pop, televisiva, che parla come mangia (e diamo una cifra: l’ultima puntata dei Cesaroni ha fatto il 29.19% di share, 7 milioni e passa di audience...). Il giornale di An ha risposto l’altro giorno con un articolo-commento che stronca la stroncatura degli «alleati» del Domenicale. «L’arte di arrangiarsi come ingrediente fondamentale dell’italianità - scrive il Secolo d’Italia - è un filo conduttore della commedia all’italiana fin dai tempi di Totò che cercava di vendere la fontana di Trevi, un pilastro della comicità che nessuno ha mai pensato di bollare come diseducativo. Il metodo Cesaroni non è solo un modo per schivare le avversità ma anche un guizzo creativo, geniale, inusuale per rendere accettabile il disagio, per trasformare l’infelicità, per non cedere alla disperazione. I rimproveri da fare ai Cesaroni sono perciò gli stessi da fare agli italiani».

Insomma la famiglia tv della Garbatella (nella foto una delle «figlie», Alessandra Mastronardi) come rappresentazione della famiglia media (reale) italiana, che deve fare i conti con le crisi interne (matrimoni che si sfasciano, convivenze tra figli di padri e madri diverse) e le incombenze tipiche del ceto medio-basso: pochi soldi, tanti problemi e le astuzie italiche per venirne a capo. Lo spiegò bene il Cesarone Claudio Amendola: «Un sacco di gente ci guarda in tv e dice: “Succedono le stesse cose a casa mia”».

Non è la prima volta che i Cesaroni finiscono in politica.

Due anni fa l’Unità aveva provato ad arruolarli a sinistra, con un articolo dell’ex portavoce di Veltroni. Dimenticandosi che se gli italiani forse si rispecchiano nei Cesaroni, da tempo la sinistra ha smesso di rispecchiarsi negli italiani. Si smarcò persino Amendola, elettore vip di Rifondazione...

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