A Ostia Antica sono pochi i turisti che visitano lestremo settore occidentale, là dove un tempo arrivava il mare. Eppure questa zona, che già in epoca romana rimaneva lontana dai traffici delle grandi arterie, conserva edifici signorili, un tempo abitati da un ceto agiato di imprenditori portuali. In particolare un grande portale fiancheggiato da colonne in laterizio introduce in unarea residenziale del II secolo d.C., che sembra concepita con criteri moderni, ovvero secondo un vero e proprio piano regolatore. Larchitetto del complesso (128 d.C. circa) realizzò grandi case a due o tre piani, dette «a giardino», che gravitavano intorno a un ampio giardino (o cortile) comune con fontane. Lunicità di tali case è data dal ricco patrimonio pittorico che, a tuttoggi, costituisce la testimonianza in assoluto più significativa della pittura romana successiva alla distruzione di Pompei.
Le abitazioni, messe in luce a partire dagli anni Sessanta, non sono mai state aperte al grande pubblico a causa dello stato di conservazione precario, ma ora, dopo un accurato restauro, possono essere ammirate su richiesta (tel. 06.56358044) il mercoledì e il sabato dalle ore 10.30 alle 12.
La più nota è la «casa di Lucceia Primitiva» (dal nome trovato graffito su una parete). Le raffinate pitture ad affresco che la decorano, eseguite sotto la direzione di un unico artista nella tarda età adrianea (130-140), raffigurano motivi dionisiaci e in particolare molte figure femminili di Menadi e offerenti, che sono state interpretate nel passato come Ierodule (schiave sacre, ovvero sacerdotesse che praticavano la prostituzione sacra), tanto che questedificio è più noto con il vecchio nome di «insula delle Ierodule». Le figure si trovano al centro di ampi riquadri rossi e gialli, delimitati da elementi architettonici derivati da schemi in uso nel I sec.d.C. nella pittura pompeiana, ma più semplificati. Notevoli sono la saletta di rappresentanza e il grande tablino (soggiorno), separato da colonne da un ambiente di passaggio dotato di molte finestre che davano sul giardino. Il restauro ha valorizzato al massimo i vivaci colori che erano offuscati dal calcare e ha permesso la ricomposizione dei soffitti crollati (camere a canne intonacate e dipinte), che, però, non sono stati sistemati in loco, perché si è preferito fare una copertura trasparente molto legggera.
Il restauro ha riguardato anche la casa delle Muse, la casa delle Pareti Gialle e la casa delle Volte Dipinte, le cui pareti sono pure decorate da ampi riquadri colorati campiti al centro da figure umane o di animali o da scene mitologiche. Bellissimi sono anche i pavimenti a mosaico bianco e nero, anchessi sottoposti a un accurato lavoro di conservazione.
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