I confini della telemedicina

La telemedicina è una grande sfida della sanità. Un cancello oltre il quale si aprono nuovi orizzonti. A Milano, presso l'università Bicocca l'1 e il 2 luglio si è svolto il Quarto congresso nazionale della Società italiana di Telemedicina, una istituzione che rappresenta un ponte verso altre geografie e tecnologie. Si è discusso dei progressi raggiunti nella teleassistenza domiciliare, nel telemonitoraggio medicale, nelle patologie croniche, nel teleconsulto specialistico, nella telechirurgia. Tutte strade che possono migliorare l'assistenza ai pazienti domiciliare e contenere la spesa sanitaria.
L'eHealth rappresenta una leva strategica che può conciliare la qualità del servizio con il controllo della spesa e, soprattutto, favorire l'erogazione delle cure secondo percorsi clinico-assistenziali strutturati che si adattano in modo flessibile e personalizzato al bisogno di salute. L'invecchiamento della popolazione e l'aumento della cronicità delle patologie, trova nella sanità in rete una attività sinergica sul piano della prevenzione soprattutto per persone affette da patologie cardiovascolari. Questi pazienti devono sottoporsi ad un costante monitoraggio di alcuni parametri vitali, per ridurre il rischio d'insorgenza di complicazioni. La telemedicina ridistribuisce le risorse umane e tecnologiche tra i presidi, assicurando la continuità dell'assistenza ed offrendo un valido supporto ai servizi mobili d'urgenza, con risorse cliniche dislocate a bordo delle ambulanze.
La Commissione Europea per sviluppare la Telemedicina cerca di favorire una maggiore integrazione dei servizi rimuovendo le principali barriere che ne ostacolano il decollo. Per diffondere le buone pratiche organizzative, clinico-assistenziali, già nel 2007 il ministero della salute ha stipulato una convenzione con l' Emilia Romagna per la realizzazione di un Osservatorio nazionale di monitoraggio delle applicazioni eCare. A questo progetto partecipano oggi altre regioni: la Liguria, le Marche, la Campania, il Veneto e la Sicilia. Nel 2011si è aggiunta la Lombardia.
L'obiettivo è la sensibilizzazionesullo sviluppo della telemedicina nel territorio, al fine di avere maggiore eco e solidità al momento del confronto tra i diversi attori. Quest'anno è già stato firmato a Roma un protocollo d'intesa tra la Società Italiana di Telemedicina e sanità elettronica ed il gruppo di Europrogettazione per la realizzazione di programmi europei di ricerca in telemedicina, sanità elettronica e robotica, anche alla luce del piano d'azione «Sanità elettronica 2012-2020», presentato dalla Commissione europea. Lo scopo di questa iniziativa, fortemente voluta da Francesco Gabbrielli, vicesegretario generale della Società italiana di telemedicina e coordinatore del gruppo, è il finanziamento e la conduzione tecnico-scientifica di innovativi progetti dei trattamenti medico-chirurgici grazie all'impiego combinato delle più avanzate tecnologie e di una diversa organizzazione del sistema sanitario.É un piano indubbiamente stimolante.
«Tra gli ostacoli maggiori che si frappongono allo sviluppo della telemedicina su vasta scala - sostiene Gabbrielli - vi sono senza dubbio la carenza di finanziamenti specifici e di programmi di sostenibilità nel tempo di servizi innovativi. Per questi motivi Sit ha promosso la costituzione di un workgroup Europrogettazione, in affiancamento alle attività di ricerca e sviluppo a cui Sit intende partecipare.

Sono molte le opportunità offerte alla telemedicina attraverso i programmi di finanziamento europeo, primo fra tutti il nuovo piano «Horizon 2020». L'ospedale sarà sempre meno, per i pazienti non acuti, il cuore pulsante della sanità.

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