I danni della degenerazione maculare senile espressi attraverso tanti volti in una mostra

Il corpo umano è una macchina prodigiosa che, col passare degli anni, funziona sempre meno. Ecco perché – dopo i sessanta – bisogna controllare gli organi vitali, a partire dal cuore, che è il più fragile. Anche gli occhi hanno bisogno di un esame specialistico, perché la loro «luce» rischia di appannarsi.
Tra le patologie che colpiscono la sfera visiva, la più frequente è la degenerazione maculare senile, che in passato colpiva soltanto soggetti molti anziani, ma oggi può esordire anche prima dei sessant’anni. È provocata dalla neoformazione di piccoli vasi sanguigni che si sviluppano dentro la retina e deformano le immagini, rendendo molto difficile ogni contatto con il mondo esterno. Questo disagio tende a crescere progressivamente riducendo sempre più la visione provocando una grave inabilità.
Se ne è parlato nei giorni scorsi a Roma alla presentazione di una mostra del pittore Adam Hahn dedicata appunto a questa malattia: volti che rappresentano la sofferenza di coloro che vedono tutto sfuocato e distorto. Questa mostra è stata voluta dalla Agenzia Italiana per la Prevenzione della cecità, il cui presidente Giuseppe Castronovo ha sottolineato l’importanza di una diagnosi precoce e di un’assistenza capillare. In questa direzione si muove la commissione ministeriale costituita recentemente sotto la presidenza del professor Mario Stirpe, anch’egli presente all’incontro di Roma. «Il nostro dovere di medici e l’impegno delle istituzioni - ha detto - è quello di mobilitare le forze e le risorse sia sanitarie che assistenziali, presenti sul territorio nazionale per elaborare programmi di prevenzione per le persone a rischio e per sviluppare nuovi percorsi diagnostici e terapeutici, uguali in tutte le regioni, con l’obiettivo di una rapida ed efficace assistenza ai pazienti affetti da menomazioni visive particolarmente gravi».
In Italia la Degenerazione maculare senile colpisce un milione di persone: settecentomila nella forma secca, che procede lentamente, e trecentomila nella forma umida, che ha un decorso più rapido e per questo può essere invalidante.

Un altro famoso oculista, il professor Corrado Balacco Gabrieli – che dirige il dipartimento di Oftalmologia dell’Università la Sapienza – ha invitato a incrementare le visite specialistiche: almeno una l’anno dopo i sessantanni, due dopo i settanta. Una diagnosi precoce, ha affermato, è utilissima e va quindi facilitata.

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