Alla vigilia del congresso che lo vedrà passare il testimone, Esterino Montino gonfia il petto e rivendica due anni di segreteria in cui la Quercia nella Capitale «ha vinto tutto», complice leffetto Veltroni e quel «modello Roma» che, applicato ai Ds, è assurto a sinonimo di «massima unità». Ciò nonostante al congresso che si apre oggi lala fassiniana, che oltre al segretario uscente annovera pesi massimi come il primo cittadino e Goffredo Bettini, arriva reduce da una pesante battuta darresto. Gli iscritti alle 130 sezioni dellUrbe hanno accolto con freddezza (appena il 64,1 per cento contro una media nazionale che gravita attorno al 75) la mozione che prevede lo scioglimento nel Partito democratico, premiando con impennate di consensi (sempre rispetto alla media nazionale) la mozione Mussi (22,9) e la mozione Angius (13).
Montino minimizza. E invita a leggere il risultato nella prospettiva storica di una militanza capitolina che ai tempi della Bolognina accolse la mozione Occhetto «con il 52 per cento» delle preferenze. Molti osservatori, invece, nel risultato della consultazione degli iscritti hanno visto la sconfitta del «modello Roma» e linizio della parabola discendente dellattuale sindaco. Il quale, fino a oggi, ha preferito tacere sullargomento. Sabato mattina Veltroni si troverà però faccia a faccia con i 909 delegati (582 fassiniani, 209 mussiani e 118 di area Angius) al Palafiera di via Colombo, che oggi ospiterà lintervento di Piero Fassino.
Quanto alle candidature per la successione alla guida della Federazione romana, il nome messo sul tavolo dalla mozione Fassino è quello di Mario Ciarla, giovane consigliere comunale. Mentre le due correnti di minoranza interna, forti del grande consenso riscosso, stanno discutendo in queste ore leventualità di presentare candidature alternative entro la scadenza dei termini fissata alle 13 di domani.
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