I Negramaro al MazdaPalace «Un concerto di atmosfere»

Stasera «live» della band rivelazione 2005: «Tour tutto nuovo, dalle scene agli arrangiamenti. Sul palco amici e sorprese»

I Negramaro al MazdaPalace «Un concerto di atmosfere»

Luca Testoni

Signore e signori, ecco a voi i Negramaro, il gruppo rivelazione del 2005. E il tutto in barba alla bocciatura del Festival di Sanremo di un anno fa.
Reduci da un anno di successi (oltre 200mila copie vendute dell’album Mentre tutto Scorre e 37 settimane nella top 20 dei dischi più venduti) e prestigiosi riconoscimenti dal Festivalbar agli MTV Europe Music Awards, per citarne soltanto un paio), i pop-rocker salentini cominciano il 2006 con un nuovo tour che li riporta in città: stasera (ore 21) saranno al MazdaPalace di Lampugnano. Ed è tutto esaurito da tempo.
Non per niente la replica è già stata fissata per il prossimo 17 marzo nel ben più capiente Forum di Assago.
Se non è il massimo, poco ci manca per il sestetto pugliese - Giuliano Sangiorgi (26 anni, voce e chitarre), Andrea Mariano (27 anni, piano, organo e synth), Andrea De Rocco (31 anni, campionatori), Ermanno Carlà (28 anni, basso), Emanuele Spedicato (24 anni, chitarre) e Danilo Tasco (26 anni, batteria) -, che deve molto a Caterina Caselli, il boss-talent scout della Sugar. «È una testa dura - ammette Mariano, l’unico non autodidatta della band (si è diplomato in pianoforte al Conservatorio) -. È sempre stata convinta che la scrittura di Giuliano poteva produrre ben altri frutti. La sua ostinazione è stata premiata. Ma certo siamo stati bravi anche noi a starle dietro».
Il segreto del successo di Mentre tutto scorre? «Sarà una banalità, ma la sua forza risiede nelle canzoni - puntualizza il tastierista del gruppo dei Negramaro, apprezzati anche per la colonna sonora del film di Alessandro D’Alatri La febbre -. Potenzialmente tutti i brani sono singoli. Al di là del grosso lavoro di marketing fatto sul disco, una volta uscito, già quando ci trovavamo in studio con il nostro produttore Corrado Rustici, eravamo strasicuri della bontà del lavoro. E il bello è che tutto è venuto fuori con naturalezza, senza pressioni». Qualcuno vi ha definito i Coldplay del Salento... «E altri ci hanno bollato come i Muse del Sud. Sono accostamenti che ci fanno piacere, anche perché si tratta di gruppi che stimiamo, anche se lasciano comunque il tempo che trovano. Tuttavia, una cosa ci accomuna a molti gruppi anglosassoni: fare musica con immediatezza, semplicità e una base rock di fondo, per quanto questo termine risulti ormai un po’ svuotato del suo significato. È però un dato di fatto che nella nostra musica convergono molte altre influenze: bossanova, elettronica, pop, reggae, blues, melodie del sud...». Novità del tour invernale?
«Sarà tutto nuovo - chiosa Mariano -. Palco, scenografie, arrangiamenti e scalette. Alterneremo atmosfere intime a momenti più d’impatto. Ci saranno le cover (L’immensità di Don Backy e Indian summer sky dei Doors), Giuliano improvviserà dei richiami cantautorali del passato, da Tenco a Dalla, e forse a Milano saliranno sul palco degli amici. Nessun nome, sarà una sorpresa».


Ultima cosa: non c’è nessuna rivalità tra di voi? «Sembrerà una follia, ma dopo cinque anni di attività instancabile - e sempre insieme - in funzione del progetto Negramaro, da qualche mese siamo pure andati a vivere tutti e sei in un casolare in Emilia».

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