I noduli tiroidei vanno chirurgicamente asportati con un intervento efficace ed oggi privo di rischi

La tiroide è una ghiandola a secrezione interna situata nella zona inferiore del collo, davanti alla trachea. L'ipertiroidismo - conseguente ad un suo ingrossamento - è la patologia più frequente; possono esservi anche piccoli tumori, quasi sempre benigni e comunque poco aggressivi. Una volta c'era il gozzo, che colpiva le popolazioni di certe valli in cui l'acqua era priva di iodio e provocava un ritardo fisico e mentale, impietosamente definito «cretinismo endemico». Oggi il gozzo è rarissimo ma ci sono i noduli tiroidei di diametro variabile, solitamente di tre o quattro centimetri che vengono asportati in un'ora o poco più per via chirurgica. Il professor Federico Varoli, che dirige il dipartimento di scienze chirurgiche dell'ospedale San Carlo di Milano, sostiene che la chirurgia della tiroide rappresenta oggi il 5 per cento della chirurgia generale. Consiglia tuttavia di rivolgersi ai Centri specializzati (come quello del San Carlo) che hanno grande esperienza e arrivano a fare più del 10 per cento di interventi di quel tipo. Il professor Varoli, bresciano, ha avuto due grandi maestri: il professor Pezzuoli a Padova e il professor Roviaro a Milano. Oggi considerato tra i migliori chirurghi toraco-polmonari europei e uno dei pochi che - negli interventi sul polmone - esegue la lobectomia anche per via video-toracoscopica. Torniamo alle patologie tiroidee.
«Al San Carlo - dice - c'era già una tradizione radicata nei riguardi dei noduli e degli interventi sui noduli. Io l'ho incrementata sul piano numerico e l'ho aggiornata sul piano tecnico. Nel nostro Centro, infatti, adottiamo una sorta di chirurgia mini-invasiva, che ci permette di praticare incisioni sempre più piccole (massimo tre centimetri) alla base del collo. Trattandosi di una patologia tipicamente femminile ha la sua importanza».
L'operazione alla tiroide attualmente, è priva di rischi: mortalità zero e dimissione in terza giornata. Per la verità qualche rischio esiste, e cioè la disfonia e l’ipoparatiroidismo, ma nelle casistiche dei Centri di eccellenza entrambe queste complicanze sono ridotte a percentuali ormai molto vicine allo zero. Moltissimi anni fa - ricorda il professor Varoli - il premio Nobel per la medicina fu assegnato al professor Kocher che, primo nel mondo, introdusse la chirurgia della tiroide, dimostrandone l'importanza e contribuendo a spiegarne la funzione.

Oggi non si parla più di cretinismo endemico e non si vedono le foto delle contadine col gozzo; ma - conclude Federico Varoli - si tratta sempre di una patologia che va combattuta subito, con un intervento breve e privo di rischi.

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