da Roma
Tensione, preoccupazione, timore di scontri. È questa laria che si respira fra i poliziotti per la manifestazione di domani a Vicenza. Franco Maccari, leader del sindacato di polizia Coisp, non usa mezze parole: «Siamo seriamente preoccupati. Vediamo che il governo è in seria difficoltà per quanto sta accadendo, tanto che Prodi ha chiesto ai membri del governo di non partecipare, ma ai parlamentari non ha chiesto nulla». Maccari teme un nuovo G8: «Sicuramente ci sono frange estreme che lo stanno cercando per offuscare quello che è successo a Catania. Oggi cè un clima abbastanza positivo nei confronti delle forze dellordine, cosa che non sta bene nemmeno a metà governo. Temiamo quindi che qualcuno voglia affievolire questa benevolenza verso di noi e che, visto che il martire non è più Carlo Giuliani ma Filippo Raciti, a loro serva un nuovo idolo da santificare».
Preoccupato anche Filippo Saltamartini, leader del Sap: «Abbiamo chiesto ai parlamentari e al governo di non partecipare alla manifestazione, lesperienza ci dice che quando ci sono queste tensioni sociali, la partecipazione dei parlamentari è di ausilio a certe forme di protesta. Se ci dovessero essere incidenti, se ne assumeranno loro la responsabilità morale». Il rappresentante del Sap è convinto che «proprio da certe forme di violenza, da certi atti di criminalità, perché è di questo che si tratta e non di conflitti sociali, possa crescere il mostro del terrorismo». Per Giuseppe Tiani, segretario del Siap, «tutto dipenderà dalla scelta che faranno, perché infatti al G8 di Genova si è scatenata l'ira di Dio, poi al Social Global Forum di Firenze non è accaduto nulla». I maggiori timori, è ovvio, provengono dai soliti noti: «Siamo preoccupati dalle dichiarazioni dellarea radicale e massimalista della maggioranza - aggiunge Tiani - anche perché oggi gli antagonisti sono rappresentati in Parlamento. Siamo sconcertati dalle dichiarazioni che arrivano dagli esponenti del governo e della maggioranza che manifestano contro una decisione presa dal governo stesso». La preoccupazione di Giorgio Innocenzi, del Consap, nasce invece da ciò che dicono le direttive interne dei reparti mobili: «A dispetto di quanto si è detto sul fatto di essere duri, siamo come al solito invitati ad arretrare e ad evitare provocazioni. È chiaro che più passa il tempo, più i reparti mobili si trasformano in reparti di rappresentanza simbolici». Per Innocenzi lallarme lanciato dal ministro Amato non è stato positivo: «Temiamo il peggio perché quelli che non avevano interesse a partecipare adesso verranno, visto che le parole pronunciate da Amato sono in pratica una chiamata alle armi per centri sociali e forze estremiste. Così la situazione diventa aberrante e non possiamo non temere che accada il fattaccio».
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