Non tutti gli "abiti" si scelgono. Ce ne sono alcuni che ci sono "cuciti" addosso quasi fossero una seconda pelle. Uno di questi è la firma, vero e proprio biglietto da visita che rivela moltissimo del nostro io, molto più di altri "vestiti sociali" che ci scegliamo per piacere, compiacere, provocare gli altri. Sì, perchè "la firma non si sceglie né si impara a scuola". Ce lo spiega Evi Crotti, psico pedagogista, giornalista e fondatrice di una delle prime scuole di grafologia in Italia. Grintosa e vivacissima, la dottoressa Crotti è autrice di numerosi libri sulla comunicazione non verbale tra cui "Non sono scarabocchi: come interpretare i disegni dei bambini", "Dimmi come firmi: il carattere e la personalità svelati dalla firma" e in uscita nei prossimi giorni “L'uomo che non doveva nascere: Hitler e la sua setta”, che raccoglie e analizza scritti e testimonianze sulla vita affettiva di Hitler.
Dottoressa Crotti, se non si impara, dove e quando si forma la firma?
La firma, che Fromm collegava all"inconscio sociale", si forma in età adolescenziale per imitazione. L'adolescente imita una figura che per lui è significativa a livello emotivo e relazionale (il papà, la mamma, il nonno etc). Se tale figura non c'è o è percepita dal ragazzo come troppo grande e quindi in qualche modo inavvicinabile, la sua firma sarà con grande probabilità caratterizzata dalle lettere iniziali particolarmente grandi rispetto al resto della firma. Questo perché le lettere iniziali rappresentano la paternità: di fronte quindi ad una figura paterna assente o percepita come distante, l'adolescente mette in atto un meccanismo di compensazione, di superamento quasi volesse andare "oltre", superare quello che non c'è o sentito emotivamente lontano.
Dottoressa Crotti, nel suo libro "Dimmi come firmi" lei ha analizzato le firme di numerosi personaggi famosi tra cui quella dell'ex allenatore dell'Inter Mourinho. Oggi solo per il Giornale.it ci offre l'analisi di quattro personaggi particolarmente "attuali": Barack Obama, Vladimir Putin, Assad e Papa Francesco. Quali sono i tratti principali che emergono da queste firme?
Intanto, con la firma di Obama abbiamo subito un esempio pratico di quello di cui parlavamo prima: le lettere iniziali assai più grandi del resto della firma indicano infatti un bisogno di paternità, quasi per riscattare quanto gli è mancato in età giovanile. Inoltre la lettera “O” del cognome, attraversata dall’asta verticale della “b”, indica un disagio interiore legato alle sue origini che ha creato una nostalgia profonda mai sanata. Detto questo, se confrontiamo la firma del presidente degli Usa con quella del Presidente russo Vladimir Putin, emergono due personalità molto ambiziose ma con una sostanziale differenza. La firma di Obama rivela con il procedere veloce e scorrevole, un’insicurezza di fondo e il bisogno di approfondire ogni cosa per la paura dell’errore rivelando così una personalità che, pur cavalcando le vette del potere, non riesce a sconfiggere totalmente l’originaria timidezza e la tendenza al dubbio. Nella firma del Presidente russo non vi è invece nessun cedimento all'insicurezza o alla timidezza. Il gesto iniziale arrotondato in senso orario e le asole gonfie verso il basso nella firma di Putin stanno a indicare una forte passionalità combattiva che spinge il soggetto a voler ottenere tutto in breve tempo. Nella sua firma c'è insieme astuzia, abilità investigative, e una connotazione di “mascheramento dell’Io sociale” che lo porta ad assumere una maschera per mitigare l’aggressività e la spinta al potere. Putin vuole sempre vincere, costi quel che costi e sa che può farlo anche grazie ad una forza fisica incredibile e ad un'astuzia senza pari che mancano invece a Obama, più riflessivo e introspettivo. Verrebbe quasi da dire che con tali tratti Putin tende naturalmente alla vittoria mentre Obama ha dentro di sé il seme della sconfitta.
Due ambiziosi dunque ma l'uno, Obama, più insicuro e meno concreto rispetto al pragmatico e agguerrito Putin. Proprio in questi giorni vediamo queste due personalità in un testa a testa molto teso sulla politica di intervento in Siria. A questo proposito, cosa emerge dalla firma del Presidente siriano Assad?
Premetto che non vi è certezza totale che si tratti effettivamente della firma di Assad e la scarsità della documentazione non permette di tracciare un profilo esteso ma alcuni elementi possono darci indicazioni sul carattere del soggetto. Si nota un “grumo d’inchiostro” nello svolgersi della firma, indice di congestione che può psicologicamente portare il soggetto ad avere uno scarso controllo sulle proprie emozioni. Il paraffo che si nota nella firma indica soggettività, cioè una scarsa obiettività, e nel contempo connotazioni di reattività che trovano un legame stretto col gesto fortemente congestionato. Si tratta infatti di una firma "congestionata", da cui emerge un'energia pastosa, compressa, che non scorre fluida ma è tenuta sotto tensione.
Con il rischio, quindi, che possa scoppiare da un momento all'altro?
Può darsi. Quel che è evidente da questa firma è una congestione nervosa che potrebbe convogliare nell'aggressività ma, come le ho detto, dobbiamo prendere l'autenticità di questa firma con precauzione.
Oltre alla firma di questi tre uomini di Stato, lei ha analizzato anche quella di Papa Francesco. Cosa può dirci sulla firma del Santo Padre?
Si tratta di una firma molto semplice che, a differenza delle firme dei tre capi di stato che abbiamo visto prima, non presenta sghiribizzi particolari. La cifra caratterizzante questa firma è senz'altro la semplicità ma allo stesso tempo la fermezza: la sua firma scorre sul foglio ma è anche ben appoggiata sul rigo a segnalare la fermezza, la tenacia e la risolutezza, che nulla tolgono alla tenerezza e alla predisposizione al dialogo. In grafologia, infatti, la linea orizzontale su cui si muove la scrittura contiene simbolicamente passato, presente e futuro, ossia lo scorrere della vita nella realtà del tempo. Ciò significa niente calcoli, ma fede che trae nei valori del passato la spinta per l’azione e nella realtà del presente la forza per concretizzare un futuro benefico. Umiltà, consapevolezza dei proprio limiti e distanza totale da qualsiasi senso di onnipotenza, emergono da questa firma che rivela un animo che non ama il potere, senza protagonismi e molto informale.
In effetti, Papa Francesco sta veramente stupendo il mondo con la sua naturale informalità e spontaneità, come il passeggiare per strada senza scorta scendendo in mezzo ai fedeli. Insomma, si può dire che la firma ci mette proprio a nudo ma come facciamo noi profani a leggere tali segnali?
La firma rivela moltissimo di noi, del nostro io sociale. È un biglietto da visita che può essere esibito con arroganza o con timidezza, con prepotenza o in punta di piedi, a seconda di quale è la nostra ambizione sociale. Per saper leggere tali segni nella firma sono necessarie delle conoscenze di base di grafologia che noi offriamo attraverso un corso online. La firma, lo dico sempre, è come un “tic”, un atto automatico quasi involontario, che può mettere in luce un particolare segnale dei sentimenti, della volontà, per questo il nostro corso si rivolge a chiunque abbia voglia di conoscersi meglio, migliorare il rapporto con se stessi e gli altri.
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