I Presidenti della vergogna non mollano i loro benefit

Casini cavalca la polemica sui tagli ai vantaggi riservati agli ex presidenti della Camera ma con sei anni di ritardo. Violante e Bertinotti non rinunciano

Roma - Tutti contro tutti sul taglio (meglio dire: spuntatina) ai benefit degli ex presidenti della Camera. Tra rinunce, accuse, litigi e arrabbiature, ecco svanire quel poco di buono che poteva esserci in un provvedimento pasticciato che consentirà alla fin fine allo Stato di risparmiare una «mancetta».
Il fatto è che l’ufficio di Presidenza della Camera ha dato un taglio ai benefit a vita per gli ex presidenti di Montecitorio, come già fatto dal corrispondente organo di Palazzo Madama. D’ora in poi coloro che in passato si sono seduti sulla poltrona più alta di Montecitorio non potranno più beneficiare a vita di auto blu, ufficio, voli aerei e staff, ma solo per dieci anni dalla fine del loro mandato. Una norma di buon senso, che qualcuno avrebbe voluto più drastica e che prevede comunque un’eccezione per quanti tra i cinque ex presidenti ancora in vita siano stati eletti deputati nella scorsa o nell’attuale legislatura, che sono tre: Luciano Violante, Pier Ferdinando Casini e Fausto Bertinotti. Buffo caso di eccezione che supera la norma, se è vero che riguarda il 60 per cento del totale. Per i tre fortunati i dieci anni decorreranno dalla fine di questa legislatura. Per gli altri due, usciti dal giro da tempo, Pietro Ingrao - che ha ricevuto un controregalo nel giorno del suo novantasettesimo compleanno - e Irene Pivetti, niente dieci anni di tolleranza, niente tempi supplementari del privilegio. Via i benefit con la fine della legislatura, cioè al massimo tra un annetto.
Qualcuno ha trovato questa differenza ingiusta. Così Pier Ferdinando Casini ha preso carta e penna e ha scritto una letterina per rinunciare da subito «a ogni attribuzione e benefit». Un bel gesto? Forse. Di certo un gesto che si presta a molte interpretazioni. Perché Casini ha rinunciato al privilegio del privilegio, cioè la possibilità di allungare di altri dieci anni i benefit cancellati, non al privilegio di base, quello cioè di aver goduto per sei anni della munificenza dello Stato. Insomma, finché i benefit non erano in discussione a Pierferdy non era venuto in mente di rinunciarvi. Ci ha pensato solo quando ha rischiato di essere travolto dal polverone creato dalla Pivetti, che ha denunciato il doppio binario del provvedimento. Inoltre il deputato leghista Giacomo Stucchi fa notare che si tratta di una non notizia: «Casini rinuncia da subito ai benefit come ex presidente della Camera? - twitta -. Sai che rinuncia... Sono gli stessi di cui gode come capogruppo Udc». Ciò non toglie che qualche anima bella abbia comunque apprezzato: «È un bene che Casini rinunci da subito ai suoi privilegi di ex presidente della Camera che una pessima decisione presa ieri gli avrebbe assicurato. Ci attendiamo ora che uomini di sinistra come Bertinotti e Violante facciano altrettanto e che Fini dichiari fin d’ora di rinunciarvi al termine del mandato», commenta Antonio Borghesi, vicepresidente dell’Italia dei valori alla Camera.
Assolto per insufficienza di prove Casini, alla fine il cerino resta nelle mani di Bertinotti e Violante, che dei tre partiti creatisi (gli sfortunati, il fortunato obiettore e i fortunati e basta) rappresentano i più attaccabili. Bertinotti sceglie il basso profilo, facendo il finto tonto («si atterrà rispettosamente, come sempre, alle decisioni dell’ufficio di Presidenza», fanno sapere dal suo entourage). Violante invece - forse turbato per le minacce di morte ricevute nei giorni scorsi - non si fa mettere il sale sulla coda e contrattacca: «Non ho mai partecipato a fiere dell’ipocrisia e non intendo farlo neanche questa volta. Né intendo compiere esibizionismi», la sua zampata è rivolta chiaramente contro il gesto di Casini.

«Se non interverranno diverse decisioni della Camera dei deputati - prosegue colui che guidò l’aula di Montecitorio dal 1996 al 2001 - deciderò alla fine della legislatura in corso, dopo avere informato i miei collaboratori».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica