I rapinatori? Erano in permesso premio

RECIDIVI I cugini Febi e i loro complici sono tutti pregiudicati. Catturati vicino Pomezia

I rapinatori? Erano in permesso premio

Erano in permesso premio due delle persone arrestate ieri per aver assaltato con armi e motosega poco dopo le 7 un furgone portavalori nella zona di Piana Sant’Agostino, pochi chilometri da Gaeta. In particolare si tratta dei cugini Luciano e Mario Febi, rispettivamente 54 e 53 anni. I due erano detenuti in semilibertà per rapina, omicidio e tentato omicidio in relazione all’assalto a un portavalori avvenuto a Castel Madama sulla Roma-L’Aquila nel maggio del 1991 in cui perse la vita la guardia giurata Marco Chiari, colpita con una pala meccanica. Un arresto avvenuto con un lungo inseguimento dopo che la banda non era riuscita ad aprire il portavalori.
I cugini erano soliti compiere rapine nel corso di permessi premio. Come ieri mattina e il giorno della rapina, per la quale sono indagati, del novembre 2008. Anche gli altri arrestati hanno diversi precedenti. In particolare Daniele Piani, 46 anni, è detenuto semilibero affidato in prova ai servizi sociali, condannato con fine pena nel 2011 per concorso in omicidio, tentato omicidio e rapina; Diego Pedetta, 53 anni, ha precedenti per rapina aggravata e furto ed è stato assolto nel giudizio d’appello dall’accusa di aver ucciso un carabiniere durante una rapina nel 2002; Fabrizio Toti, 34 anni, ha precedenti per rapina, sequestro di persona, furto e ha beneficiato dell’indulto; Maurizio Di Giuseppe (47 anni) è infine sorvegliato speciale con precedenti per rapina aggravata ai danni di portavalori. Tra gli arrestati anche il figlio di quest’ultimo, Marco Di Giuseppe, 24 anni, incensurato.
La banda usava armi tali da poter scatenare una guerra: due kalashnikov, un fucile mitragliatore tipo M4, sette pistole, due bombe molotov, due frullini per tagliare il metallo, giubbetti antiproiettile, un coltello tipo Rambo, munizioni e motosega. Un arsenale di tutto rispetto. «Già solamente l’osservazione di quanto è stato trovato oggi - spiegano gli investigatori di carabinieri e polizia che parlano di “eccellente collaborazione” - fa comprendere la pericolosità di queste persone». E come nella trama di un film alla ferocia dei soggetti, corrisponde anche una spettacolarità delle azioni. «Oggi sulla via Flacca non c’è stato alcuno scrupolo da parte di questi banditi - afferma il maggiore dei carabinieri Lorenzo Sabatino, del nucleo di via in Selci -. Un’azione repentina, organizzatissima e soprattutto cruenta. Con un fucile si è sparato frontalmente, un mezzo pesante era pronto a urtare, e poi in breve è stato fatto sviluppare un incendio, si sono obbligati i vigilantes ad arrendersi».

Solamente grazie alla doppia blindatura del furgone portavalori i quasi due milioni di euro, sono restati al sicuro, resistendo anche alla motosega. «La cosa incredibile è che sono tutte facce note», commentano ancora gli investigatori.

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