Dentro i segreti della Scala. In mostra il palco storico

La macchina scenica al centro della nuova sala con abiti delle opere e strumenti musicali d'epoca

Dentro i segreti della Scala. In mostra il palco storico
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Ci sono oggetti che profumano di storia e di storie e anche se l'antica eppure moderna macchina scenica del Teatro alla Scala può sembrare un'opera di pura ingegneria, trovarla esposta al Museo della Scienza e della Tecnologia accende ricordi e desideri. Alcuni sono già esauditi tutt'intorno, nella nuova sala che s'inaugurerà sabato 15 marzo, ai confini con le Gallerie Leonardo, e che si chiama «In scena». Lo sguardo corre tra gli abiti di Otello e Desdemona indossati da Placido Domingo e Mirella Freni alle «macchine parlanti» dei primissimi del Novecento, un grammofono e un fonografo del 1905 che sembrano di design, strumenti musicali tra i quali un'arpa gotica Érard del 1844 fino alla statuetta in bronzo di Enrico Caruso come Dick Johnson da «La fanciulla del West» di Puccini. Gli abiti della Scala varieranno. A spiegare tutto e anche altro ai non addetti ai lavori due videoinstallazioni che ripercorrono la storia del Piermarini davanti e dietro le quinte.

Protagonista è la macchina scenica, progettata dall'ingegner Luigi Lorenzo Secchi, costruita dalle milanesi officine Stigler e inaugurata nel 1938, nell'ambito di un ammodernamento voluto già nel 1907 da Arturo Toscanini con la nascita del golfo mistico, la buca dove suonano gli orchestrali. La macchina funzionava grazie a un impianto idraulico: nonostante la Scala, alla fine dell'Ottocento, fosse già alimentata ad energia elettrica, per le complesse manovre del palcoscenico si era preferito affidarsi all'acqua: già allora i black out improvvisi spaventavano, tanto più in un teatro dove persino Stendhal era rimasto impressionato dal numero di cambi di scena in una sola serata.

In mostra vi è un grande modulo che è solo una parte dell'intero sistema (il resto è custodito in un magazzino del Comune), quel che basta per capire come funzionasse e per apprezzarne la struttura, dalle leve poste in basso fino al piano di calpestio, sul quale hanno cantato e danzato tantissimi artisti fino al 2002, quando la Scala fu temporaneamente chiusa per lavori di restauro. «Il nuovo palcoscenico? È la copia di questo, perché era geniale. Abbiamo solo aggiunto elementi moderni al progetto di Secchi» dice l'ingegner Franco Malgrande, che ha realizzato con Mario Botta l'attuale macchina scenica della Scala, inaugurata nel 2004.

Il sovrintendente del Piermarini, Fortunato Ortombina, lieto per il «clima di collaborazione tra istituzioni», ricorda quando Ronconi arrivò per le prove di «Europa riconosciuta», il teatro non era pronto e c'erano solo due pale meccaniche in scena: «Lui mi zittì mentre cercavo di rabbonirlo. Poi disse: Che meraviglia"». Quando l'arte confina con la tecnica.

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