I tassisti si difendono: «Colpa di chi li produce»

«Siamo favorevoli ai controlli, ma una precisazione è d’obbligo: la maggior parte dei tassisti di Milano è in regola». Dopo il blitz della polizia locale che nei giorni scorsi ha portato alla denuncia di 19 persone, accusate di aver truccato i tassametri, la categoria si difende. «Gli apparecchi non erano stati manomessi - spiega Nereo Villa, coordinatore de La categoria unita -, ma avrebbero potuto esserlo, perché chi programma e installa i tassametri non disattiva alcune funzioni». Tradotto significa che un tassista particolarmente abile potrebbe intervenire sul suo apparecchio e modificare la data corrente, facendo passare un qualunque lunedì mattina per una ben più costosa domenica sera. Guadagnando, già in partenza, due euro e dieci centesimi in più. «Il fatto che i tassametri possano essere potenzialmente manomessi non significa che lo siano in concreto», continua Villa. Il dito è puntato contro le aziende produttrici, che certificano il corretto funzionamento degli apparecchi. E contro gli uffici comunali competenti, che dopo accurate analisi rilasciano il protocollo di controllo. Ma il responsabile del servizio Autopubbliche di Palazzo Marino, Errico Pasquale, respinge le accuse: «I nostri controlli riguardano soltanto i parametri di base. Non ci occupiamo della programmazione dei tassametri». Che spetta proprio alle ditte produttrici. I tassisti più esposti sono quelli che usano il modello Digitax F1, montato su circa 2.500 taxi, più della metà dei 4.855 in circolazione a Milano.

Sarebbero questi ultimi a permettere, attraverso particolari procedure, la modifica della data. E di conseguenza della tariffa. «A totale insaputa dei tassisti, che quando acquistano un’auto e un tassametro non sono tenuti a conoscere ogni applicazione dell’apparecchio».

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