«I Vanzina sono la mia fata Turchina»

RomaLa punta, da dietro, un passante di mezz'età e, a bruciapelo, le chiede: «Mi scusi, ma lei è un'attrice?». È folgorato dalla fisicità di Isabelle Adriani, il viandante della Casa del Cinema, che però ha visto lungo. Perché è lei, Federica Federici da Umbertide (il nome d'arte le viene da una seducente bisnonna umbro-francese), trent’anni, l'emergente più in vista della Medusa, al momento. E siccome è ormai acclarato che si può essere al contempo benedette da Madre Natura e intelligenti al punto di «seminare in tutti i campi e poi vedere quale pianta sviluppa meglio», Isabelle, attualmente sul grande schermo col vanziniano Un'estate ai Caraibi, è giornalista (nella redazione di Videonews), saggista (suo è Volto di rosa, cioè la vera storia di Cenerentola, icona di riferimento per questa conterranea di Monica Bellucci e Laura Chiatti), attrice e mamma. (L'ultimo, il bimbo ha otto anni, è il suo ruolo preferito).
Cara Isabelle Adriani, con i Vanzina è arrivato un punto di svolta nella sua carriera?
«Me lo auguro davvero, sebbene lì abbia una piccola parte. Ho avuto una vita abbastanza dura e sufficiente gavetta alle spalle, per raccogliere, ora, qualche soddisfazione. Come succede a Cenerentola, la fiaba che più amo».
Si identifica, forse, con Cenerentola?
«Tra una fata, una principessa e un angelo, scelgo la fata. Colei che ha il potere di cambiare il proprio destino, esattamente come Cenerentola, che non depone mai un'arma invincibile: la speranza. Quando pensavo di rinunciare al mondo del cinema, sono arrivati sei provini, tutti insieme. E mi hanno preso per tutti e sei i film. Senza contare che sarò una psicologa occhialuta nella serie tv Distretto di Polizia, alla nona edizione».
Quale sarà il suo prossimo impegno?
«Ho finito di girare, insieme a Nicolas Vaporidis, una commedia “on the road” di Riccardo Grandi, Tutto l'amore del mondo.

Da timida, quale sono, mi calerò nel ruolo di un'artista sexy, che in realtà è un pezzo di pane. E pensare che quando m'è capitato d'intervistare la Loren, mi tremavano le gambe, balbettavo per l'emozione».
Però sembra venuta a patti con se stessa e col suo sembiante, non esattamente da bibliotecaria...

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