Ibra e Cassano stressati? "Non hanno più fame" Ma bisogna essere affamati per avere successo?

I due talenti hanno detto di sentirsi stressati e di non avere più stimoli. Lo psichiatra: "Non hanno più fame. Avendo ormai raggiunto uno status, non solo economico, straordinario, fanno più fatica a mantenere alto il loro livello di competizione". Ma allora ha davvero ragione Jobs? Per avere successo bisogna essere affamati? Di' la tua

Ibra e Cassano stressati? "Non hanno più fame" 
Ma bisogna essere affamati per avere successo?

"Siate affamati, siate folli". Il motto di Steve Jobs ormai ha fatto storia. Ma ci sono altre persone che non riescono proprio a seguire l'invito del visionario della Apple. Hanno perso la fame. Parliamo di due calciatori famosi, icone delle tifoserie e talenti del pallone: Zlatan Ibrahimovic e Antonio Cassano. "Il loro problema è che non hanno più fame. Avendo ormai raggiunto uno status, non solo economico, straordinario, fanno più fatica a fare sacrifici e a mantenere alto il loro livello di competizione", ha diagnosticato Massimo Di Giannantonio, psichiatra dell’università G. D’Annunzio di Chieti, commentando lo sfogo dei due fuoriclasse rossoneri che, a distanza di qualche giorno l’uno dall’altro, hanno detto di sentirsi stressati.

Solo una settimana fa Ibra si era confessato dicendo che "il calcio non mi brucia più dentro come in passato", prevedendo un ritiro a breve termine. Ora la stessa sindrome sembra aver colpito anche il compagno di squadra Cassano, che nel dopo-partita di Italia-Irlanda del Nord ha annunciato il ritiro entro 4 anni.

"Per comprendere Cassano e Ibrahimovic - ha spiegato Di Giannantonio - bisogna rivedere i due calciatori ai loro esordi. In quel periodo entrambi utilizzavano il calcio come ascensore sociale. Ora, una volta risolto le questioni personali, raggiunto la fama, la notorietà, l’autostima, fanno più fatica a compiere quei sacrifici necessari che un atleta di quel livello è obbligato a fare se vuole mantenere una condizione psicofisica ottimale".

A rincuorare il talento barese ci ha provato l'allenatore della Nazionale Cesare Prandelli che ha dispensato un altro motto: "vivi il momento". "Sono momenti di alti e bassi che ogni calciatore vive - ha detto il commissario tecnico azzurro - Cassano mi aveva anticipato le sue sensazioni. Gli ho risposto: vivi questo momento positivo, e basta. Chissà tra tre anni che calciatore sarai...".

Tutt'altro che rincuorante il messaggio del patron del Palermo, Maurizio Zamparini che ha invece commentato così: "Secondo me vogliono solo più soldi, sono stanchi di prenderne così pochi...".

A dispetto di facili ironie su piccole crisi da stress, Damiano Tommasi ha annunciato che l’Assocalciatori sta mettendo a punto un progetto ad hoc: "È tra i nostri obiettivi affrontare il problema - ha spiegato il presidente dell’Aic - Col Club Italia e Albertini abbiamo un progetto per aiutare i giocatori, dai 17 anni, a gestire le pressioni. Soldi e successo non fanno venir meno una reltà: restano dei figli, la cui partita più dura è essere se stessi e non dover mettere una maschera".

Anche la campionessa di nuoto, Federica Pellegrini ha regalato una battuta sullo stress accusato dai due campioni: "Le pressioni le ho avute anche io, penso sia una questione di abitudine e molto di carattere". Appunto.

Lei ha passato momenti simili a quelli di Ibra e Cassano, ma ha ritrovato la fame. Ed è tornata a vincere. Ma quindi alla fine aveva ragione Jobs? Bisogna davvero essere affamati per raggiungere il successo e mantenere gli stimoli?

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