Le Iene vincono facile (con la porno puntata)

Il programma fa ascolti da record grazie a una "inchiesta" sui negozi a luci rosse. Peccato che non si scoprano notizie ma solo parti del corpo...

Le Iene vincono facile (con la porno puntata)

E quindi? Per dire cosa? Che esistono i sexy shop, che esistono i film porno e che hanno dei titoli tipo Harry Fotter, M’arrazzo, Biancaneve sopra ai nani... Per dire che le pellicole ormonali sono recitate, vabè interpretate anche da donne e che quindi tutte le donne sono delle donnacce? O per dire che ci sono un sacco di maschi che le guardano senza però per questo essere dei maschiacci? Per dire che se dei vari Indipendence gay, 007 Servizietti segreti, si è già fatta un’ingorda indigestione li si può barattare con una bambola gonfiabile, perché sì, esistono anche le bambole gonfiabili che possono essere bionde, brune, rosse e hanno anche il non trascurabile pregio di essere mute? Per dimostrare cosa merocledì sera Le Iene (21.10 Italiauno) hanno mandato in onda quel servizio senza capo né coda ma con molte tette in mezzo? Quello piazzato quasi a fine puntata con il finto prete finto demente che si faceva il tour dei negozi a luci rosse alla ricerca di un bignami che gli spiegasse bene tutto ciò che si è perso per il fatto di aver preso i voti. Perché la pace l’ha raggiunta ma i sensi mai. Chideva agli esercenti sudaticci, con i capelli unticci, i sensi appiccicaticci come potesse recuperare tanto tempo in poco tempo. Come potesse impossessarsi di molto sapere con il minimo peccato. «Cosa mi consiglia di guardare?» chiedeva «ingenuo» mimando con le mani il segno di un compiuto cerchio. Come dire? Il mistero dall’inizio alla fine: rotondo. Una volta per tutte, in una sola puntata, la prego. Anni da riempire con il tasto «avanti veloce».
Il finto prete finto demente che con la scusa di indignarsi indugiava, che con la scusa di schifarsi «zoommava». E lati b e tette e titoli e gingilli. Un po’ come in certe puntate de L’Infedele quando, per denunciare l’uso improprio del corpo femminile «sbiottato», è tutto un proiettare foto di corpi femminili «sbiottati». Guardate qua cosa ne fanno... gli altri del corpo delle donne. Il dissenso dello scempio, che intanto è lo stesso scempio. I pruriginosi per denuncia. I voluttosi per dovere. I rovistamelma per morale. Guardate qua cosa ne fanno... gli altri.
E quindi, Le Iene, per dire cosa? Assolutamente niente. L’unico a dire è stato l’Auditel perché evidentemente anche a loro, certe volte, piace vincere facile. Ottimo risultato d’ascolto mercoledì. Guarda caso. Tra un medico esorcista con vocazioni porno più fastidiose di quelle dei professionisti, e una denuncia per maltrattamenti sul luogo di lavoro, la parentesi «sensoriale» buttata lì ad arte. E oltre 4milioni di telespettatori. Con Luca e Paolo che dopo la santificazione sanremese ormai tengono sermoni, chiosano, bocciano spessissimo, promuovono pochissimo, savianeggiano, si concedono per brevi, intense, risolutive incursioni nelle obnubilate teste dei telespettatori manco fossero una delegazione dell’Onu. Oltre 4 milioni di telespettatori, intanto. Con l’uso improprio dell’oggetto improprio. Ma d’altra parte a chi non piace vincere facile? Certo non ce lo si aspetta dai censori del piccolo schermo, dai cattivi della Savana, dagli incodizionatamente retti dello star system, dai duri e purissimi. E la Blasi in mezzo a ridere, schernirsi, scusarsi, difendersi, allungarsi con le mani un pezzetto di gonna fino a una soglia di decenza.


E Luca e Paolo che tornano in studio, a fine servizio, e lo vogliono ribadire un momentino questo concetto del «che schifo ’sta roba porno, ma come si fa a vederla?» e allora fingono di essere abituè che è il miglior modo di prendere le distanze e fingono di essere aperti che è il miglior modo di essere chiusi e fingono di essere divertiti che è il miglior modo di essere indignati. E insomma vincono facile. Perfino Le Iene.

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