È sempre in sbattimento. Non cammina: corre. Non va in vacanza: stacca. Sta sereno ed è preso bene, ma odia i pedoni. Non usa mai lo spostapoveri (tram). Non fa la spesa, fa un salto all'Esselunga, dove vorrebbe il clacson anche sul carello. Chiama gli amici zio e lo zio per nome. È questo il Milanese Imbruttito, una specie che nasce e si sviluppa solo nel capoluogo lombardo, una specie operosa che va apprezzata per il pil che regala al paese, una specie portata alla ribalta 4 anni fa da Tommaso Pozza, Federico Marisio e Marco De Crescenzio. Oggi i modi di dire e di fare del milanese doc, i difetti, le spigolature, i tic e le convenzioni sociali di quella certa Milano hanno conquistato un seguito di quasi un milione e mezzo di persone (su Facebook) e sono diventati un brand di gadget e libri, un blog e un'agenzia di comunicazione, eventi e video con la complicità del Terzo Segreto di Satira. E nel tempo la società è diventata interessante per alcuni marchi che hanno voluto legare la propria immagine all'universo Imbruttito, come Campari e Martini, che, in collaborazione con i tre creativi, hanno creato due cocktail ispirati al personaggio, rispettivamente L'imbruttito e Il milanese.
Ma, per chi arriva da fuori, il primo incontro non avviene con l'Imbruttito, bensì con l'Imbellita, la Milanese, quella vera, originale, originaria, dop. Quella ben raccontata nel libro La Milanese Imbellita (editore Hop!) da Alice Abbiadati e Alice Rosati (illustrazioni di Sara ciprandi). Ricordo di averne avuto una prima visione a Riccione, negli anni '90, mentre la seconda ed indelebile arrivò durante l'università, in Cattolica, ovviamente a Milano. Lei si chiama Ludovica (sì, come lo Sforza), oggi la mia migliore amica, allora solo la ragazza dei sogni, che tu sia maschio o femmina, etero, omo o bisex. Lei che era ed è, come descrivo le due giornaliste, «un modello senza essere una modella, lei che in ogni centimetro del viso, in ogni cellula del corpo, in ogni fibra dei capelli è semplicemente perfetta. Lei si muove leggera e impalpabile, con quei fianchi naturalmente stretti, e i suoi outfit non appaiono mai trascurati in nessun momento della giornata. Giornata che gestisce senza imbarazzanti cadute di tono e di stile. Anche il suo fidanzato le assomiglia, per stile e savoir faire (lo confermo, e ha un nome altrettando altisonante: Rodolfo, ndr), e ha poco o nulla a che vedere con la tipologia di maschi a disposizione delle altre». Insomma, vi potrà sembrare che la Milanese sia nata inumana; in realtà ha un'attitudine che la contraddistingue da qualsiasi altra cittadina italiana: non è pigra, ci tiene ad avere un aspetto sempre curato e ha quel pizzico di Imbruttito inside che la rende un exemplum.
Non a caso la giornata tipo della Ludo (che si sposta sempre e solo in motorino) è questa: «Ehi Marghe, domani lavoro, in pausa corro dai miei per un brunch e alle 18 vado all'inaugurazione della mostra a Palazzo Reale. Dopo, se riesco, corsetta, poi alle 19:30 ape, alle 20:45 ci vediamo per cena, ma alle 23 devo scappare a salutare un'amica che parte per New York». Lei sì che è una giusta!
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.